Foto: Milano Pride

Le sparate di due consiglieri forzisti: «famiglie LGBT una porcheria», «al Pride disadattati»

A volte Forza Italia, il partito al momento più diviso per quanto riguarda le posizioni dei propri parlamentari sul ddl Zan, riesce a regalare grandi perle di omotransfobia. Se, al suo interno ci sono personaggi sensibili alle cause LGBT+ o a parte di esse, non mancano i duri attacchi da parte di altri esponenti, più vicini alla concezione della destra sovranista per quanto riguarda i diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transgender. Così, negli ultimi due giorni, due consiglieri comunali, di due città diverse, si sono resi autori di affermazioni che ledono la dignità dei cittadini LGBT+ e non solo.

A Venaria Reale, nella cintura torinese, il consigliere forzista Rosario Galifi è intervenuto sulla mozione circa l’adesione della città alla carta d’intenti Re.a.dy., esprimendo la propria contrarietà in modo a dir poco offensivo. «Ho passato 50 anni con la stessa donna – ha affermato – Ognuno faccia quel che vuole, per me esiste una sola famiglia: padre, madre, figli», aggiungendo che gli altri tipi di famiglia «sono porcherie, schifezze».

Parole condannate dal centrosinistra cittadino, che ha ripreso la testimonianza di Naomi Shines, cittadina trans di Venaria Reale (che conduce la rubrica Transgenderismo in Pillole sul nostro canale Instagram), che in un precedente incontro con il sindaco Fabio Giulivi, gli aveva confidato come stesse pensando di lasciare il Comune, dove è stata vittima di insulti per la sua identità di genere, al fine di rifarsi una vita più serena altrove. «Se Naomi andrà via da Venaria avrò perso io. Ma avrà perso anche Venaria Reale – ha dichiarato il primo cittadino – E, credo, un po’ tutti noi che non siamo stati in grado di proteggerla».

Poche ore più tardi, durante una seduta del consiglio comunale di Cesano Boscone, nel milanese, la capogruppo forzista Antonia Parisotto ha attaccato, a titolo personale, i partecipanti del Milano Pride. «Chiunque abbia un po’ di sale in zucca, sa benissimo che questi sono ritrovi di disadattati, soggetti schizoidi, in piena crisi dissociativa – ha sostenuto – E i ragazzini, invece, confusi e manipolati, lungi dall’aver alcun valore politico, hanno molto di psichiatrico e qualcosa di sulfureo… questi spettacolini, se non avessero l’aiuto dei forti poteri occidentali, resterebbero dei fenomeni folcloristici, risibili». Parisotto è riuscita, dunque, con una sola esternazione a offendere le persone LGBT+, le altre che hanno partecipato alla manifestazione e i pazienti psichiatrici: un capolavoro di discriminazione degno della peggiore destra.

Questa volta, la sparata è stata stigmatizzata anche all’interno dello stesso partito. In un tweet, Elio Vito, deputato di Forza Italia favorevole al ddl Zan, ha chiesto al presidente Berlusconi e ai coordinatori regionale e nazionale di prendere le distanze dalle gravi affermazioni di Parisotto. «Sono andato al Pride – ha aggiunto – come migliaia di persone e non siamo dei “disadattati, schizoidi o dissociati”!».