Umbria, garante per l’infanzia ricollega l’identità di genere alla pedofilia

Diverse realtà associative umbre e numerosi docenti universitari, hanno inviato una lettera alla Presidente Donatella Tesei per manifestare il proprio sdegno di fronte alle parole della Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Castellani che associava il ddl Zan alla pedofilia.

La lettera è stata anche inviata alla Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, al Presidente dell’Assemblea legislativa umbra, nonché ai capigruppo di tutta l’assemblea regionale. Omphalos, associazione ideatrice del documento ha, inoltre, inviato una segnalazione ufficiale per discorso d’odio a livello istituzionale all’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e difesa delle Differenze.

Il caso Castellani

La missiva fa riferimento a un editoriale della Garante nel quale Castellani usa il disegno di legge come pretesto per esternare pericolose idee discriminatorie e fake news. Nel contestare il ddl Zan, infatti, Castellani passa, attraverso un volo pindarico dall’identità di genere all’orientamento sessuale, fino a passare a pedofilia e zoofilia. «Il concetto di identità – scrive – diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e ogni bisogno un diritto».

«D’altra parte – continua – si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere. E, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù, ma libertà legittime».

Castellani, quindi, si scaglia contro l’educazione alle differenze nelle scuole. Per la garante, difatti, «l’intento del gender è quello di eliminare il concetto binario del maschile e del femminile per un individuo ibrido, che può scegliere tra 58 identità distinte». Si creerebbe, pertanto, un «caos antropologico» che si oppone «al bisogno primario del bambino della chiarezza identitaria nella distinzione dei due sessi genitoriali». Per Castellani, infine, «la carezza di un padre non è uguale a quella di una madre».

«A Castellani venga revocato l’incarico»

Unitamente ai consiglieri regionali di opposizione, anche la società civile chiede nella sua lettera la revoca dell’incarico a Castellani. «Quello che Castellani non dice – scrivono associazioni e docenti –  è che nelle scuole umbre si contano episodi di violenza e di discriminazione ai danni di ragazzə LGBTI o percepiti dal bullo come tali, in maniera sistematica. Nel suo ruolo di Garante ha realizzato un’acrobazia pericolosa in bilico fra propri convincimenti personali, pregiudizi inqualificabili e retorica da militante politica».

Omphalos e le altre realtà fanno, inoltre, notare come le fantasiose affermazioni sulla diversità tra madre e padre discriminino i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno. Bambinə di cui la stessa Castellani dovrebbe, per il suo ruolo, tutelare i diritti.

La lettera, infine, chiede che la Presidente Tesei disponga «la “decadenza dall’incarico, sostituzione e revoca” del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza». Secondo i firmatari e le firmatarie, infatti, Castellani non sarebbe all’altezza dell’incarico e le «aberranti falsità» pubblicate ne sarebbero la prova incontrovertibile. Solo così si potrà procedere alla nomina di unə nuovə Garante «che non sia distrattə da questioni ideologiche e di partito, in grado di documentarsi prima di esporsi pubblicamente e che abbia a cuore il benessere di tuttə ə minori dell’Umbria. Anche quellə espostə al bullismo motivato dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale vero o presunto».