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Milano, gli studenti trasformano scritta omofoba in arcobaleno

“È inutile giustificarli con la biologia. I fr*ci non sono naturali”. Questa la scritta rinvenuta nei giorni scorsi sull’asfalto dinanzi al Liceo scientifico Severi di Milano. Un nuovo atto omofobo e retrogrado ad opera di qualche militante estremista.

Sui cancelli dello stesso liceo, qualche mese fa, campeggiavano degli striscioni contro l’Anpi colpevole, a loro giudizio, di organizzare incontri sulla Resistenza nelle scuole.

Repentina la reazione della preside dell’istituto, che nell’esprimere il suo dissenso ha invitato tutti a rileggere l’articolo 3 della Costituzione, che cita:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Nella giornata di ieri, invece, un bellissimo messaggio di accettazione e incontro con l’altro è arrivato direttamente dagli studenti che hanno deciso di coprire la scritta con una bandiera arcobaleno, in tema con l’inizio del mese del pride.

Non tutti, però, si sono mostrati favorevoli al gesto dei ragazzi. Il Giornale, infatti, ha parlato della scuola come un avamposto LGBT e ha riportato la testimonianza di uno studente con una visione diversa da quella dei suoi compagni autori della bandiera:

“Non si capisce perché rispondere a una provocazione con un’altra provocazione, secondo me bastava cancellare la scritta. Per favore però, mi raccomando, vorrei mantenere l’anonimato. Non vorrei essere tacciato di essere un estremista di ultradestra. Sa, i professori appena succede qualcosa chiamano i giornalisti di Repubblica”.

Parlare di avamposto LGBT e di provocazione, però, tradisce le intenzioni del gesto, che altro non è che un messaggio di uguaglianza e accettazione. Bastava cancellare la scritta? O forse è più utile rispondere all’odio con un atto che invita al rispetto reciproco?

 

 

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