Una drag queen che legge fiabe ai bambini scatena la polemica a Catania

Durante il Catania Pride dello scorso weekend, un’iniziativa dal nome Baby Pride ha visto la drag queen Sovranity leggere delle fiabe sull’inclusione a dei bambini presso la sede della CGIL. Sebbene l’evento sia stato ben accolto dalla cittadinanza, facendo sold out, non sono mancate le polemiche da parte degli schieramenti politici di destra.

«Conosco eccellenti programmi didattici sull’educazione alle differenze – afferma l’assessore alla sicurezza Fabio Cantarella (Lega) – ma non ho mai visto drag queen leggere fiabe a bambini». In realtà l’evento che si è tenuto a Catania non è il primo in Italia, solo un mese prima ad Alessandria un’iniziativa simile è stata promossa da Non Una Di Meno, mentre negli Stati Uniti e in altri Paesi le letture di fiabe da parte di drag queen sono una realtà ormai consolidata.

Non poteva mancare l’intervento di Giorgia Meloni, che è entrata nel merito della vicenda con un post Facebook«Ma che problemi ha la sinistra con i bambini? La questione sta diventando preoccupante. I bambini vanno tenuti fuori dalle battaglie ideologiche. Lasciategli vivere la loro infanzia in santa pace!».

Cosa ci sia di ideologico o preoccupante in un personaggio come una drag queen “principessa dei ghiacci” che legge delle favole su valori condivisibili come l’uguaglianza e della parità dei generi non è chiaro, a meno che l’arte drag non sia ancora vista anacronisticamente come una perversione.

In un comunicato stampa a firma di Beatrice Brignone, Pippo Civati e Gianmarco Capogna, Possibile esprime la propria solidarietà agli attivisti del Catania Pride: «Noi di Possibile ci battiamo da anni per l’inserimento dell’Educazione alle Differenze nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado e abbiamo anche già promosso iniziative simili. Se l’interesse della destra italiana è quella di tutelare il diritto dei minori ad una infanzia serena, allora si occupino di riformare il diritto di famiglia ed il sistema di adozioni per superare le gravi discriminazioni che in questo Paese determinano famiglie di serie A e di serie B. Nessuno vuole indottrinare i bambini che, fortunatamente, sono molto spesso liberi dalle catene del pregiudizio che imprigionano gli adulti. La grande sfida è quella di costruire società accoglienti dove la diversità è fonte di ricchezza e non strumento per promuovere odio e discriminazioni».

L’organizzatrice dell’evento Vera Navarria ha affermato che da parte sua c’è la volontà di continuare anche il prossimo anno: «Non ci fermeranno di certo le polemiche. Non saranno di certo Giorgia Meloni, Mario Adinolfi e Fabio Cantarella a dirci quello che dobbiamo fare».

 

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