La coppia giallo-rossa concepirà una legge contro l’omotransfobia?

Presentata la proposta del MoVimento 5 stelle che va ad aggiungersi a quelle del PD

Nella giornata di ieri è stata presentata in Senato la proposta di legge contro l’omotransfobia a
prima firma della senatrice 5 Stelle Alessandra Maiorino che ha accompagnato la conferenza
stampa con parole distanti anni luce dai pensieri di quelli che non di due mesi fa erano i suoi alleati
leghisti: «Negare l’omotransfobia, come purtroppo capita spesso ad opera di chi cerca sempre
altre cause per spiegare le violenze fisiche e psicologiche, è un ulteriore sopruso. Le
discriminazioni esistono, dobbiamo dire basta e allo Stato spetta un ruolo forte».

In realtà, il testo era stato depositato mesi fa, in pieno Congresso delle famiglie di Verona, per
marcare una profonda distanza da quel centrodestra che lo sosteneva e come prosecuzione di un
percorso istituzionale già avviato nel 2013, quando la senatrice Montevecchi depositò una proposta per introdurre «nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia».
Sembra passata un’era da quando l’allora Sottosegretario del primo Governo Conte, Vincenzo
Spadafora, dichiarava: «Non so se in questa legislatura riusciremo ad avere una legge sulla omotransfobia». Nel giro di pochi mesi ogni schema politico si è ribaltato: tutti coloro che si opponevano ai grillini – tranne Fratelli d’Italia – ora governano con loro e l’omofobia imperante dei Fontana, dei Pillon e dei Gandolfini se n’è andata all’opposizione.

Il testo del MoVimento 5 stelle, modificando gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale,
vorrebbe inserire anche l’omofobia e la transfobia tra i motivi per cui è punita la propaganda e
l’istigazione a delinquere, accanto alle già presenti discriminazioni per razza, etnia e religione. Il
condannato sarebbe impiegato in lavori di pubblica utilità, prevalentemente nello svolgimento di
attività di ripristino e di ripulitura di luoghi pubblici o – meglio ancora – in attività lavorative
riparatorie in favore di organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato, in particolar modo di
quelle operanti a sostegno delle vittime dei reati d’odio.

L’attenzione dei media, oggi più che mai, mette in luce un problema allorquando si presentano
occasioni istituzionali. Ecco, infatti, l’importanza che avrebbe il 17 maggio quale «Giornata
nazionale contro l’omotransfobia»; le amministrazioni pubbliche, in tale occasione, sarebbero
invitate a organizzare cerimonie commemorative o celebrative e a favorire, in particolare nelle
scuole di ogni ordine e grado, la promozione e l’organizzazione di studi, di convegni e di momenti
comuni di narrazione e di riflessione.

Proprio in occasione di ogni 17 maggio, potrebbe essere presentato il monitoraggio sulle
discriminazioni e sulla violenza in ragione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere
che la proposta di legge richiederebbe di elaborare all’ISTAT. Ciò consentirebbe di progettare e
realizzare politiche di prevenzione e di contrasto, assicurando lo svolgimento di attività che
contrastino una realtà che solo grazie a inchieste giornalistiche è finora stata rappresentata nella sua drammaticità.

Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità sarebbe incrementato di 4 milioni di euro annui, al fine di creare sul territorio nazionale centri antiviolenza per le vittime dei reati fondati sull’omotransfobia.

Al momento in Parlamento sono già presenti proposte di legge sulla stessa materia del Partito
Democratico e di Liberi e Uguali, tra le quali emerge in particolare quella a prima firma Monica
Cirinnà a cui si deve la legge sulle unioni civili della scorsa legislatura. Proprio la senatrice dem ha
commentato così la proposta del M5s su Facebook: «Ogni contributo che vada nella direzione della riapertura della discussione parlamentare sul contrasto all’omotransfobia va salutato con favore. Bene dunque l’iniziativa della collega Maiorino. Ho intenzione di chiedere quanto prima la
calendarizzazione in Commissione Giustizia di tutti i disegni di legge depositati».

Questa narrazione sembra andare nella nuova direzione espressa dalla neonata maggioranza
parlamentare giallo-rossa che esprime un governo nel quale ritornano in agenda i diritti civili,
un esecutivo distante dall’oscurantismo medioevale dei diritti che la Lega aveva deciso di
assecondare a livello istituzionale.

 

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