Era luglio quando, nonostante il pressante ostruzionismo della Lega e degli altri partiti di destra, in Emilia-Romagna venina approvata la legge regionale sull’omotransnegatività, vale a dire contro l’omofobia e le discriminazioni di genere. Oggi, in piena campagna elettorale per le prossime elezioni regionali in gennaio, la legge rischia di essere abolita.
A promettere questo passo indietro sulla legge è Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna, che ha dichiarato: «Non possiamo riconoscere dei diritti a persone che comunque hanno già dei diritti. È stata una legge che ha dato un qualcosa che già c’è. Non era necessario istituire una legge sull’omofobia per rimarcare alcune questioni legate agli omosessuali. I diritti le persone ce li hanno di qualsiasi tipo di orientamento sessuale. Questa è stata una legge marchetta per loro. Non era necessaria».
Quella secondo cui le leggi contro l’omobitransfobia rappresenterebbero un privilegio più che l’espressione di eguali possibilità è un’argomentazione comune tra i detrattori dei diritti degli omosessuali, non tenendo conto, però, della visione che si ha nel Paese dell’omosessualità, che ci permette di considerarla una classificazione sospetta per la quale sarebbe necessaria una legge che limiti atteggiamenti omofobici a livello nazionale.
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23 anni, nasce in una cittadina al centro tra Roma e Napoli. Cresciuto a suon di trash e teen drama, cerca ora di darsi un’aria da intellettuale. Laureato in filosofia, futuro disoccupato.
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