Cirinnà: «Ci fosse veramente una lobby gay avremmo uguali diritti per tutti»

È una Monica Cirinnà in ottima forma quella vista ieri nell’incontro che si è tenuto nella Sala Macchine del Consorzio Factory Grisù di Ferrara, con argomento centrale la legge sulle unioni civili che ha da poco compiuto 3 anni. «Dopo tre anni – ha evidenziato – abbiamo circa 12.000 unioni e questo vuol dire 24.000 persone felici che finalmente esistono per lo Stato e che hanno ottenuto quei diritti che prima non gli erano riconosciuti».

La senatrice del Partito Democratico si è dimostrata inarrestabile nella sua lotta per il riconoscimento e la tutela dei diritti delle persone LGBT, definendo la legge che porta il suo nome «solo un primo passo verso una totale parità dei diritti» e ribadendo la propria posizione riguardo l’omogenitorialità con la bellissima frase «non ci sono differenze tra le diverse famiglie».

A proposito delle recenti dichiarazioni di Romano Prodi riguardo l’importanza data dai socialdemocratici ai diritti civili, la Cirinnà ha commentato: «Mi dispiace abbia fatto quello “scivolone”, ma ha una certa età ed è rimasto indietro. Noi siamo giovani e guardiamo avanti, guardiamo al futuro».



Un futuro che è stato minacciato per un anno dal governo giallo-verde, ribattezzato dalla senatrice “giallo-nero” per via della vicinanza della Lega agli ideali delle forze neo-fasciste del nostro Paese. Riguardo le accuse complottistiche che giungono dalla destra sulla fantomatica lobby gay, la Cirinnà ha ironizzato: «Forse se esistesse veramente una lobby gay l’Italia sarebbe un paese migliore. Se ci fosse la lobby gay, avremmo già il matrimonio egualitario, avremmo le adozioni per tutti, avremmo la legge contro l’omofobia».

«Se esistesse davvero questa pericolosa lobby gay – ha continuato la dem – noi saremmo un Paese civilissimo con leggi uguali per tutti e non staremmo a pregare nelle giunte o nei governi di avere la parità 50% uomini e 50% donne, dovremmo dire un terzo, un terzo e un terzo. Un terzo uomini, un terzo donne, un terzo comunità Lgbt. Ma siamo ancora a carissimo amico…».

 

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