Il linguaggio transfobico fa purtroppo parte della quotidianità di ognuno di noi, nella vita reale come nei social, e ovviamente quelli destinati agli incontri non facevano eccezione, almeno fino ad oggi. A questo ci ha infatti pensato David Ronald Minns, creatore dell’app di dating Butterfly, che auto-corregge i termini transfobici all’interno delle chat. L’obiettivo è quello di educare gli utenti cisgender sul danno mostruoso che può fare un linguaggio incorretto e degradante, attraverso la funzione dell’auto-censura: in poche parole il messaggio, che può essere considerato di stampo transfobico, non viene mai inviato all’utente.
«Non era sufficiente inserire l’opzione “transgender” nella scelta del genere – ha raccontato a Metro lo sviluppatore – Nelle altre dating app due sono le scelte per gli utenti transgender: o mandare moltissimi messaggi e aspettarsi un altissimo tasso di risposte negative, oppure aspettare che qualcuno li contatti. In entrambi i casi, lo scenario è piuttosto sfavorevole. Qui, su Butterfly, sono le persone trans a prendere il comando!».
L’app, che ora conta più di 40.000 iscritti, incoraggia persone di qualunque genere e orientamento sessuale a iscriversi, consentendo di indentificarsi all’interno di un’enorme elenco di generi ed identità sessuali, col fine di trovare la propria anima gemella, ma non solo, come spiega Mills: «Gli utenti possono selezionare ogni genere gli interessi per delle potenziali conoscenze e, una volta settato il tutto, possono differenziare la propria ricerca in base all’età, la distanza o il tipo di attività preferita». Lo stesso creatore, oltre ad aver fornito una piattaforma in cui le persone trans possono trovare la loro voce e la loro anima gemella, ha anche ripetutamente contattato Apple e Google per chiedere la rimozione di tutte le applicazioni che promuovono la transfobia nel linguaggio o in qualsiasi altra forma.