Vera Gemma: «Il mio modello di bellezza sono le trans. Le trovo celestiali»

Pechino Express 8 ha sicuramente una grande rivelazione, che prende il nome di Vera Gemma. Dopo aver perso lungo il tragitto asiatico la compagna di viaggio Asia Argento, la figlia dell’attore Giuliano Gemma guida da vera “donna alfa” la nuova coppia, quella dei “Sopravvissuti”, che la vede affiancata da Gennaro Lillio e antagonista della coppia “Madre e Figlia”, formata da Soleil Sorge e sua madre.

Vera Gemma non le manda sicuramente a dire, ed è per questo che è molto apprezzata dal pubblico, anche se lo stesso l’ha molto criticata sui social per via del suo aspetto. L’attrice è stata oggetto di disgustose battute per via dei numerosi interventi subiti, alle quali ha risposto in un’intervista a Libero.

«Sembra che io sia la donna più rifatta d’Italia – ha affermato Vera – Eppure non ho violato alcuna scelta morale, e “my body, my choice”, come dicono le femministe. Ognuno deve seguire i canoni estetici in cui crede. Il mio modello di bellezza sono le trans: le trovo celestiali. Più somiglio a loro, più mi trovo bella». Dopo l’uscita dell’articolo contenente la sua intervista, la protagonista del reality show di RaiDue ha pubblicato uno screenshot nelle sue Instagram Stories, seguito nelle storie successive da alcune sue foto ammiccanti con le scritte «Transexual» e «Transexual Woman» e la musica dei Fugees di sottofondo.

Sebbene l’intento di Vera Gemma fosse sicuramente dei più nobili e positivi, è discutibile ritenere l’aspetto delle donne trans caratterizzante della loro persona: può l’identità di genere essere una questione di estetica, non è anche questo uno stereotipo? Condivisibile a 360 gradi, invece, il discorso sull’autodeterminazione del corpo.

La figlia d’arte ha poi affrontato anche il discorso dei pregiudizi nei confronti del suo vecchio lavoro, quello della spogliarellista. «Sgombriamo il campo da moralismi – ha dichiarato l’attrice – Le spogliarelliste non sono donne facili ma persone che lavorano, esattamente come le impiegate in banca. Tra l’altro a Los Angeles dove mi esibivo, è un lavoro duro, che richiede grande preparazione. È stata un’esperienza bellissima. Ricordo ancora il senso di libertà che mi dava».

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