Non è stata propriamente un successone la prima giornata della manifestazione #RestiamoLiberi organizzata dalle Sentinelle in Piedi e dal Popolo del Family Day contro l’approvazione del disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia.
I numeri dei partecipanti dichiarati dagli organizzatori arrivano a malapena a poche centinaia di persone nelle città dove c’è stata maggiore affluenza, con La Spezia che ne conterebbe, secondo i conteggi delle stesse Sentinelle in Piedi, solo 60. Se poi ci dobbiamo basare sulle foto pubblicate, tali numeri sembrerebbero un tantino ottimisti: nella foto pubblicata dal portavoce di Pro Vita e Famiglia, si possono vedere circa 10 file formate da 10 persone in piazza a Verona, e se la matematica non è un’opinione il 400 da egli stimato pare un po’ troppo. La visuale dall’alto pubblicata da un altro utente ci consente di contarne infatti circa la metà.
400? Ma conti anche gli spazi tra le persone? O l' aritmetica non è il tuo forte? ???
— Nives (@Leathernives) July 11, 2020
Questa mattina Verona ha risposto bene all’appello contro i reati inventati e contro l’utilizzo abusivo della legge. #RestiamoLiberi #noaireatidiopinione pic.twitter.com/iRkyQRtdCt
— Michele Fiorini ? (@mfiorini_vr) July 11, 2020
Quello della città veneta è tuttavia un successo se paragonato al numero di persone che compaiono nelle foto scattate da un manifestante a Napoli, un numero davvero esiguo se paragonato alla stracolma Piazza Plebiscito di due settimane fa in occasione del Napoli Pride, oppure con quelle di città. Il record si sarebbe registrato a Milano, con 550 manifestanti.
#RestiamoLiberi Napoli c è pic.twitter.com/XtZVfDvYLF
— Controchorrente (@controchorrente) July 11, 2020
Ma al di là delle prove fotografiche, che sono sempre controverse e potrebbero ingannare, il vero flop è quello sul web, dove i post con l’hashtag che dà il nome all’evento sono pochi. Su Twitter niente trend topic: alle ore 19 #RestiamoLiberi resta ancora fuori dalla top 20.
Su Instagram, invece, la comunità LGBT+ è riuscita tramite un flashmob virtuale a ribaltare il significato dello slogan: scorrendo la gallery e le stories dell’hashtag i post di coloro che sono contro il ddl Zan si perdono in mezzo ai post a favore della legge, tra cui foto coppie dello stesso genere, screenshot di notizie di omotransfobia e le cartoline della nostra campagna L’Odio Non È Un’Opinione; alle ore 19, solo un post sui 9 più popolari è legato alla manifestazione dell’ultradestra cattolica.
Sempre oggi si sono tenute le manifestazioni di Spazziamo L’Odio a sostegno del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia in dieci piazze italiane. A Padova un emozionato Alessandro Zan ha affermato: «Fino a che non ci sarà una legge contro l’omotransfobia e la misoginia non ci sarà il rispetto del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. È una battaglia difficile ma io la condurrò insieme a tutte le colleghe e ai colleghi sapendo che fuori dalle istituzioni c’è un mondo di persone, ci sono tanti cittadini e cittadine che ci sostengono, grazie a voi che noi porteremo a casa finalmente una legge così tanto attesa».
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4 thoughts on “Pochi in piazza contro il ddl Zan e l’hashtag #RestiamoLiberi non decolla”
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