Legge contro l’omotransfobia, anche nella maggioranza c’è chi vorrebbe svuotare il ddl Zan

Dopo la presentazione dei 1017 emendamenti, prevalentemente da parte della Lega e di Fratelli d’Italia, l’iter del ddl Zan contro l’omotransfobia e la misoginia è ripreso con dei nuovi intoppi. Per osteggiare la legge, i sovranisti hanno chiesto delle nuove audizioni, chiamando a raccolta dei personaggi ultracattolici che, tra le altre cose, hanno sostenuto quanto di più lontano da ciò che afferma la scienza, ovvero che essere LGBT+ sia una scelta o una patologia.

Tuttavia, per evitare l’evidente ostruzionismo, gli emendamenti sono stati contigentati e ogni gruppo è stato chiamato a sceglierne al più 10 per ogni punto della legge tra quelli già presentati. L’emendamento che, più di tutti, mette in pericolo l’efficacia del ddl Zan è quello che di fatto svuoterebbe la legge ma che è stato furbamente chiamato da qualcuno «clausola salva-idee», il quale esclude dalle discriminazioni la «manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee» nel caso si tratti di «espressione del genuino convincimento della persona che li esprime».

Tale proposta emendativa, simile a quella presentata dal forzita Enrico Costa e ad alcuni emendamenti di Lega e Fratelli d’Italia, è firmata da Davide Gariglio, deputato torinese del Partito Democratico. Questo ha, ovviamente, causato dei malumori interni al partito. «Ora io vorrei chiedere a Gariglio: cosa intende quando parla di genuino convincimento? – chiede la concittadina Chiara Foglietta – Che posizioni incompatibili con una società libera, aperta e tollerante possono essere accettate per il solo fatto che una persona ne sia convinta? […] Penso che si stia giocando pericolosamente con le parole per giustificare forme di arretratezza culturale, ed è ancora più grave che ciò venga proposto da un esponente del Partito Democratico, il mio partito».

Della stessa idea Gianmarco Capogna, portavoce di Possibile LGBTI+, che twitta: «È assurdo che ci siano emendamenti uguali depositati da Lega, Forza Italia, PD e Italia Viva al ddl Zan per il “pluralismo idee”. Serve impegno ed estrema chiarezza: sulla vita delle persone LGBTQI non può esserci alcuna speculazione».

Carla Giuliano, capogruppo in commissione Giustizia, rilascia nelle stesse ore una dichiarazione in cui parla dell’apertura del M5S a tale emendamento. «Non abbiamo preclusioni, siamo pronti a valutare una norma che proponga gli emendamenti relativi alla cosiddetta “clausola salva-idee” – afferma Giuliano – per chiarire ulteriormente che non rientra tra l’istigazione a comportamenti discriminatori l’espressione di idee e convincimenti, come ad esempio la contrarietà al matrimonio per i gay. Crediamo che il testo base già sia solido in questo senso ma se la maggioranza intende rafforzare questo principio si faccia pure, a noi sta a cuore portare a termine l’iter della legge. Noi questa legge la vogliamo».

Questa legge la vogliamo tutti, ma non deve essere una bandiera, deve essere uno strumento valido ed efficace contro le discriminazioni e le violenze, anche quelle verbali, che non possono essere camuffate da idee o giustificate dal convincimento dell’odiatore. Per questo motivo alcune associazioni e realtà LGBT+, tra cui NEG Zone, hanno promosso la campagna #DallaParteDeiDiritti, che potete appoggiare firmando la petizione di All Out. Perché l’odio non è un’opinione!

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