A Orbassano, alle porte di Torino, un padre è stato arrestato e condannato a due anni di reclusione per stalking e lesioni aggravate ai danni del figlio 43enne e del suo compagno, oltre che della ex moglie, più volte aggredita dall’uomo.
La triste vicenda inizia nel Novembre 2016 quando scoppia il primo litigio a casa. Il padre, 75enne, che in precedenza era sembrato dispiaciuto «solo per i nipotini», afferra la moglie per i capelli e la scaraventa a terra. Poi se la prende con il figlio, intervenuto in difesa della mamma. «Vi faccio spezzare le gambe», urla l’uomo al figlio e alla moglie.
Da quel momento la spirale di angherie comincia ad ingrandirsi sempre di più. Se, all’inizio, i dispetti prendono la forma di una manomissione della caldaia o dell’elettricità, il 22 Febbraio 2017, dopo aver aspettato che l’idraulico finisse di riparare ai suoi danni, l’uomo si avventa sul figlio e compagno, riempiendoli di pugni. Ma questo, purtroppo, non è che l’inizio: dai semplici dispetti si passa, presto, alle commissioni punitive esterne.
Appena due mesi dopo, infatti, il 75enne commissiona a un uomo di picchiare il compagno del figlio, il quale finisce al pronto soccorso, con ferite giudicabili guaribili in una settimana. Ma non solo: il figlio, per settimane, viene pedinato da un altro uomo, con piglio da buttafuori, che avrebbe dovuto gonfiarlo di botte. Per il padre, quello che ha davanti non è più suo figlio… ma qualcosa da cancellare e punire in tutti i modi. E ciò lo si può notare nel modo in cui si riferisce allo stesso in alcuni post su Facebook: «Mio figlio è un malato che faceva uso di droga e abusava di bevande alcoliche».
Come riporta il Corriere della Sera, il pubblico ministero scrive nel capo di imputazione che l’uomo «ingenerava» nelle vittime «un fondato timore per la loro incolumità e quella delle persone a loro legate e costringendoli ad alterare le proprie abitudini di vita». Tutto ciò porta, infatti, il figlio, medico 43enne, a dover cambiare studio per proteggere la propria incolumità.
«Mi sentivo pedinato – racconta agli investigatori – e, tranne i pazienti che conoscevo, avevo timore anche a fare le visite, non sapendo mai chi avrei potuto trovarmi davanti». Ma, oltre a questo, l’uomo si trova a fare i conti con il padre che, a sua volta, lo accusava fingendo di essere stato vittima di un’aggressione da parte del figlio. «Un giorno mi accusò di avergli tirato giù i denti – ricorda il giovane – staccandosi una protesi. Peccato che poi fu lo stesso dentista a smentirlo».
Il terribile racconto della vittima è purtroppo l’ennesimo caso di omofobia in famiglia che emerge alla cronaca in questo 2020. Anche per questo, i cittadini LGBT+ non possono più aspettare l’approvazione di una legge contro l’omotransfobia, che lasciamo ai legislatori come buono proposito per l’anno venturo.
21 anni, da Torino. Si definisce bello, simpatico, modesto ma soprattutto… bugiardo! Si destreggia tra volley, letto, università, letto, Netflix, Disney e.. letto. “Voler essere qualcun altro è uno spreco della persona che sei.”
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