Persino Alessandra Mussolini è a favore della Legge Zan

Sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo e della politica che in queste ore stanno aderendo alla campagna “Diamoci una mano” lanciata da Vanity Fair a supporto del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Dalla cantante Alessandra Amoroso al cuoco Alessandro Borghese, passando per lo scrittore Jonathan Bazzi e le conduttrici Cristina e Benedetta Parodi, sono in tantə coloro che hanno pubblicato sui social la propria foto con un chiaro messaggio scritto sulla propria mano: “ddl Zan”.

Tra questə, mai ci saremmo tuttavia immaginato di trovare Alessandra Mussolini, storica esponente della destra italiana, che in più occasioni si era schierata contro proposte di legge per il riconoscimento dei diritti LGBT+ e che ha dato vita a una delle più famose pagine di omotransfobia della TV italiana, quella in cui in un dibattito con Vladimir Luxuria disse «meglio fascista che fr**io». Di quell’episodio, l’ex eurodeputata si era scusata nel corso dell’ultima edizione di Ballando Con Le Stelle, dopo che Fabio Canino aveva sollevato la questione. Un piccolo passo che, a distanza di pochi mesi, mai ci avrebbe fatto immaginare una presa di posizione come quella di oggi.

«Subito la legge… mai più discriminazioni!!!» ha scritto Mussolini, usando i due hashtag dell’iniziativa, #DiamociUnamano e #ddlZan.

Non è tardata ad arrivare la reazione del forzista Lucio Malan, che fino a qualche giorno fa sosteneva congetture fantasiose come quella che, con l’approvazione della legge, si finirebbe in carcere in caso di rifiuto dell’assunzione di una babysitter drag queen. «Quali discriminazioni ci sono oggi per gli omosessuali – chiede il senatore – Me lo spieghi, Alessandra?». Come se negli ultimi giorni non avesse sentito i casi di Malika, la ragazza di Castelfiorentino sbattuta fuori di casa dai genitori perché lesbica, dell’uomo aggredito nel centro di Augusta in pieno giorno perché effeminato, o di Henry pestato a sangue a Torino per una t-shirt ritenuta troppo corta per un ragazzo.

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