Qual è la differenza tra bisessuale e pansessuale? La definizione degli attivisti

Ogni giorno i social si infuocano di polemiche relative alle definizioni che descrivono gli orientamenti sessuali non binari. Abbiamo pensato di coinvolgere gli attivisti pansessuali e bisessuali italiani in modo che possano spiegarci la differenza, e possano dare informazioni corrette su che termini andrebbero usati (o non usati) quando si è attrattə da una persona non binary.

Bisessualità e pansessualità: la parola ad Aleister Lupano e ad Andrea Amato

Aleister E. Lupano è una persona transgender non binariə, gray asessuale e pansessuale. Attivista per i diritti civili LGBT+ e autore del blog The Southern Hag. Fa attivismo anche tramite il Circolo Rizzo Lari di Milano, ed è relatore in molti webinar sul tema non binary. Sulla differenza tra bisessualità e pansessualità ci dice:

Per capirne le differenze bisogna partire dalle definizioni stesse. Bisessualità è attrazione per due o più generi, Pansessualità significa attrazione a prescindere dal genere. Si tratta semplicemente di una differenza nei meccanismi che fanno nascere l’attenzione. Per una persona pansessuale l’attenzione viene generata da espressione di tratti di personalità, modo di muoversi, comunicazione non verbale e il genere dell’altra persona è del tutto ininfluente nella nascita dell’attrazione. Anche una persona bisessuale è attratta da queste caratteristiche con un vincolo in più, ovvero che la persona debba rientrare nella rosa dei generi che piacciono. Una persona che non appartenga alla rosa dei “generi del cuore” non farà nascere alcuna attrazione a prescindere da altre caratteristiche. Come per tutti gli altri orientamenti erotico-affettivi non esiste una meglio o un peggio, un giusto e uno sbagliato, sono semplicemente tutti parte della meravigliosa variabilità umana.

Aleister Lupano

Andrea è un’attivista transgender, non binary, non med, pansessuale e panromatica, poliamorosa non gerarchica, transfemminista, e usa pronomi femminili. Organizza workshop e giornate di divulgazione e orientamento sull’autodeterminazione sessuale, il sex-positive e il non binarismo, e partecipa a programmi televisivi che trattano in modo non morboso questi temi. A Milano, sostiene il gruppo BPlus Milano, e sta scrivendo un libro che parla di transfobia in chiave transfemminista. È stata consigliera del Circolo TBIGL Rizzo Lari (ex Harvey Milk) Milano e la considera – cito le sue parole – una delle poche realtà davvero antibinarie.

Le differenze tra bisessualità e pansessualità, se pur indipendenti, sono davvero minime e sottili, come se ci fosse continuità tra le due condizioni.
Bisessualità oggi è il termine che indica l’insieme di attrazioni romantico, affettive, platoniche, sentimentali, sessuali verso due o più generi. Contrariamente a fake news, o luoghi comuni, la bisessualità non è affatto trans-escludente, enby-escludente, intersex-escludente.
Pansessualità è il termine che descrive attrazioni di tipo platonico, affettivo, romantico, sentimentale, sessuale come orientate indipendentemente del genere.
La Pansessualità può essere considerata come una specificità dell’ombrello della bisessualità B+, come facente parte del Mspec o Multispectrum (il multispettro dell’orientamento sessuale), oppure ancora come orientamento sessuale indipendente rispetto agli altri.
È bene comunque che, secondo il mio personale punto di vista, si tenga sempre conto del modo in cui ogni singola persona, sia essa Bi o Pan, si auto identifica e descrive. E questo sia politicamente che anche socialmente, per evitare ogni possibile errore nel sovradeterminare o invalidare l’orientamento altrui.

Andrea Amato

 

Orientamenti e attrazione per persone transgender e non binary: Andrea Pennasilico sfata alcuni miti

Come dice Andrea Amato, non ci si deve lasciar ingannare da chi usa bisessuale dandogli un’accezione trans-escludente, e neanche da chi usa pansessuale lasciando intendere che bisessuale sia invece un orientamento transescludente.

Andrea Pennasilico, è un attivista bisessuale e fondatore di Orgoglio Bisessuale, importante punto di riferimento per i temi sotto l’ombrello BI+, come si evince da questa intervista, ci risponde in modo molto chiaro:

Diciamo che al momento non ci sono termini che hanno utilizzi trans-escludenti se non quelli deliberatamente creati per lo scopo. Quindi semplicemente chi usa bisessuale in un senso trans-escludente o chi non usa bisessuale perché lo ritiene trans-escludente non conosce la storia del termine, che non si è mai concentrato su un numero di generi specifico o sull’essere o meno cis.
Nello specifico il ‘bi’ in bisessuale originariamente rappresentava la compresenza di attrazione eterosessuale e omosessuale, non il numero di generi a cui si è attratti.

Andrea ci risponde anche su un altro dubbio: come dovrebbe definirsi le persone che preferiscono il genere non binario?

La domanda è molto complessa perché semplicemente non c’è un gruppo monolitico “non-binary”, i generi non binari sono tantissimi e di tutti i tipi.
Penso che semplicemente se una persona è attratta da un genere non binario differente dal proprio si può definire etero, se è attratta da un genere non binario simile al proprio può definirsi omosessuale e se è attratta da più generi non binari può definirsi bisessuale o polisessuale.
Si tentò in passato di creare la definizione skoliosessuale ma viene spesso vista come ad alto rischio di feticizzazione, perché avere un termine che include tutti i generi non binari ed esclude solo quelli binari può dare l’impressione di diventare un’attrazione per la “peculiarità” più che per i generi non binari in sé, quindi solitamente si preferisce evitarne l’utilizzo.

Andrea Pennasilico