Il sesso ai tempi di Instagram: «Non è importante farlo ma sentirmi desiderato»

È da poco nata una rubrica sull’account Instagram di Non è Grindr chiamata Il Dottoresso Giù, una sorta di posta del cuore, uno spazio dove chiedere e ottenere risposta su dubbi e perplessità riguardanti la sessualità, le relazioni e tutto quello che concerne il rapporto con gli altri sotto il punto di vista sessuo-affettivo.

La prima puntata di questa rubrica ha visto come protagonista l’orientamento sessuale e l’estrema difficoltà di classificare un qualcosa che in realtà è inclassificabile. Alla redazione di Non è Grindr però per me, il Dottoresso Giù, è arrivata una lettera, in forma anonima, di un lettore della pagina che voglio farvi leggere.

Perché? Perché è un’introspezione fine, delicata, ma anche molto precisa e puntuale, sul sesso nella vita di una persona. Questo ovviamente non coincide con ciò che il sesso rappresenta per tutti ma apre le porte a ciò che esso potrebbe essere. Questa lettera ci permette di vedere dal foro di una serratura un po’ dell’anima di una persona e quando ciò accade è sempre un qualcosa di meraviglioso.

Siamo sempre più abituati a leggere di cose (cose da mangiare, da comprare, da avere) e sempre meno abituati a leggere di sentimenti, di motivazioni, di ragioni profonde. Ecco perché, con l’autorizzazione del diretto interessato, voglio rendervi partecipi di questa lettera, che pone le basi per una lunga e intricata riflessione, che lascerò fare ad ognuno di voi, senza alcun tipo di modulazione o commento da parte mia.

Buona lettura.

Dottoresso Giù

 

Sono un maschio gay ed il sesso non è un problema.
Forse però, non è neanche una soluzione.
Perché cerco di fare sesso? Sembra una domanda stupida, e forse lo è, ma proverò a darmi una risposta diversa dal classico “perché è bello” o “perché ne ho voglia”; qualcosa mi dice che queste risposte sono troppo facili e che sono solo una parte della mia verità.
La risposta più onesta che sono riuscito a darmi è che spesso non è il sesso ciò che cerco davvero, ma il fatto è che attraverso il desiderio sessuale spero di trovare ciò che mi manca. Funziona? No.
Quindi mi chiedo… Cerco di fare tutto il sesso che voglio? O tutto il sesso che gli altri vogliono che io desideri?
Quando tutti parlano di quante persone si sono scopate questa settimana, se io non ho niente da dire, mi sento in difetto, ed allora mi scopo qualcuno pure io, qualcuno a caso, chiunque, perché qualcosa la voglio dire anche io. Perché non voglio restare in silenzio, perché non voglio restare solo.
Faccio sesso per poterlo raccontare. Ma c’è di più.
Ho come la strana impressione che la cosa che mi fa stare meglio sia il fatto che qualcuno mi dica che vuole fare sesso con me. Non è importante scopare, è più importante che qualcuno, anzi tanti, tutti mi desiderino così intensamente da farmi sentire venerato, amato, vivo.
Scopo ergo sum. Scopo dunque sono. Sono desiderato dunque sono.
Non è forse per questo che riempiamo ogni giorno i nostri profili instagram di foto, tutte uguali? Riempitemi dei vostri cuori adesso, perché il mio si sente vuoto e lo devo riempire, ora. E non è solo una banale questione di ego da soddisfare, che non sarebbe niente di grave, c’è qualcosa di più profondo.
E se la liberazione sessuale, che ci ha tolto la vergogna di desiderare il corpo di un altro uomo, ci avesse solo lasciato liberi, sì, ma di ficcarci in un’altra gabbia, molto più bella, di cui non riusciamo a vedere neanche le sbarre? Liberi di scorrazzare in un parco giochi divertentissimo, ma comunque in carcere. Siamo liberi di fare sesso quando vogliamo o siamo costretti a cercare tutto il sesso di cui abbiamo bisogno per sentire di esistere, di essere amati?
Ho come la strana impressione di aver usato il sesso per soddisfare il bisogno di affermare me stesso, e non ha funzionato. Forse ho paura che tolto quello non ci sarebbe molto altro a definire chi sono, a farmi sentire apprezzato ed amato. Non è stata una cosa facile da ammettere.
E no, non è una questione morale. Fare tanto o poco sesso, farlo con chi conosci o non conosci, in due, tre, quattro o quaranta non c’entra assolutamente nulla.
E no, non è una questione di frustrazione perché non ho il fisico da gladiatore e migliaia di followers su instagram.
E no, non sto giudicando nessuno, nemmeno me stesso, figuriamoci voi.
Credo che cercare il successo sessuale abbia rappresentato per me una facile soluzione all’equazione della mia vita. Ma i conti non mi tornano più, l’equazione è molto più complessa e le variabili incognite da risolvere sono ancora molte.
Per ora non ho altre soluzioni alla mia equazione, ma ho deciso che il desiderio sessuale non è più una soluzione accettabile. Ho deciso che il sesso non è più una soluzione.
E qualcosa mi dice che le incognite di cui ho tanta paura mi riservano delle belle sorprese, e se sono fortunato, anche del buon sesso.

2 thoughts on “Il sesso ai tempi di Instagram: «Non è importante farlo ma sentirmi desiderato»

  1. Personalmente mi sento di condividere in pieno l’analisi. Ma ancora di più ammiro la capacità e il coraggio di guardarsi dentro che questo ragazzo ha dimostrato. Ragazzo che chi ha la fortuna di conoscerlo non dovrebbe lasciarsi scappare…

  2. Io penso che la questione dei social network (selfie con lo stampino su Instagram, per esempio) e il sesso compulsivo siano due aspetti simili ma due problemi di fondo diversi. La voglia smodata di fare sesso, continuamente e/o casualmente, un po’ è tipico della realtà maschile (duplicata, anzi, al quadrato nel mondo gay in cui entrambe le parti sono maschi), e anche e spesso una modo goffo e istintivo di combattere la solitudine e guadagnarsi una dose di serotonina spicciola.

    La fame di apprezzamento sui social network, queste vetrine dove esporsi continuamente, è l’immenso canto dell’ego impagabile, dove si misura il proprio “valore” col numero di like ricevuti, richieste di amicizia, followers ecc… come una quotazione in borsa, ma peggio, perchè valutano la tua identità e la tua dignità.

    Giusto..? Sbagliato..? Il comune denominatore in questo caso è l’inganno del farlo per insicurezza. Ci si illude che al decuplicare dei like e dei followers, oppure delle scopate compulsive, la nostra autostima possa aumentare, lenire il nostro senso di inferiorità o inadeguatezza. In realtà succede l’esatto opposto: se prima il like poteva essere un plus, ora quando vegono a mancare o diminuiscono i like o il sesso occasionale, ci si sente da schifo, ancora peggio di prima, come se invece ci fosse stato tolto qualcosa, da quel poco che pensavamo di avere.

    La cosa più importante, come al solito facile a dirsi ma tremendamente difficile da farsi, è entrare in contatto con noi stessi e valutarci, amarci, accettarci per quello che siamo. E se possibile migliorare, stringere a noi i nostri affetti, gli amici, le persone che ci vogliono bene per quello che siamo e non per quanto scopiamo o quanto risultiamo fighi con i filtri di instagram e i centimetri di pelle e peli che mostriamo. Il cuore puoi riempirtelo eccome amico… con ciò che hai attorno e nelle piccole (e grandi) cose belle della vita di tutti i giorni.

    Gli anni passano, e sarà tremendamente difficile sorpassata una certa età, spopolare sui social spietati tra rughe, corpi sformati e capelli bianchi (se sono rimasti), idem per le scopate occasionali, in un mare magnum di pescecani disponibilissimi se sei “entro il range” ma sprezzanti se ne sei fuori. E rimanere poi con un pugno di mosche per aver passato una vita ad inseguire un traguardo così effimero e aver perso di vista il resto.

    Sarà invece bellissimo guardarsi indietro con il proprio vissuto e pensare di essere stato qualcosa, qualcuno al mondo, specie per le persone che abbiamo a fianco, se non si da tutto per scontato tra una scopata e l’altra.

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