Dio, Patria, famiglia: una polemica fuori contesto (storico)

Sappiamo bene che in politica ogni occasione è buona per far polemica. La madrina delle Unioni Civili è riuscita ad attirare critiche anche dal fuoco amico. Cosa ha scatenato la polemica? Il cartello della Cirinnà con scritto “Dio, Patria, famiglia: che vita de merda”.

La prima parte dello slogan riprende un motto fascista che non ha bisogno di chissà quali spiegazioni. La Senatrice ha infatti affermato «Ne rivendico il senso autentico, cioè la denuncia della strumentalizzazione di quei tre concetti da parte di chi vuole riportarci al Medioevo». Per chiarirci le idee basta vedere il contesto: il cartello è stato esposto ad un corteo femminista tenutosi l’otto marzo scorso.

Puntuale come sempre abbiamo avuto il nostro Capitano Salvini, su Twitter dice «Contenti loro… buona domenica amici» con tanto di foto di Renzi, Martina e Zingaretti accanto alla Cirinnà. Non commento, perché Salvini e la sua gogna mediatica mi fanno abbastanza ribrezzo. Commenta poi Chiara Geloni (PD ed ex direttrice di YouDem) che dice che il cartello della Cirinnà è brutto, rozzo e volgare; nel mentre alla Geloni è caduta la corona. E dulcis in fundo arriva Carlo Calenda che tra le varie cose dice «Vogliamo combattere il nazionalismo becero? Facciamolo in modo intelligente non cadendo nei luoghi comuni». A me il cartello della Cirinnà piace, comprendo la ratio e ne condivido fortemente il senso.

Ogni giorno respiriamo aria di ritorno al Medioevo: quel semplice slogan denuncia qualcosa di reale. Esistono ancora frange della nostra società che vorrebbero la donna asservita alla famiglia, con poche libertà e sotto la potestà del marito; c’è chi sbandiera un concetto vecchio di patria, fatto di confini e chiusura verso l’altro e verso quello che c’è fuori. Infine chi vorrebbe che la nostra vita fosse regolamentata strettamente da leggi di stampo cattolico, con precetti ed insegnamenti della Santa Romana Chiesa mutuati nel nostro ordinamento. Vi pare assurdo? Mi basta fare due nomi: Fabio Pillon ed il Ministro Fontana; vogliamo anche ricordare che a Verona ci sarà il Congresso Mondiale delle famiglie? Lo sentite anche voi quest’odore di streghe ed omosessuali arsi al rogo?

Sul perché Salvini non condivida le parole dell’esponente PD è inutile spendere parole. Se invece a criticare siano esponenti della sinistra (o presunta tale) la mia spiegazione è molto semplice: sono tatticismi. A sinistra esistono elettori cattolici, non tutti sono insensibile alla critica in merito all’eccessiva influenza della religione sulla vita pubblica. Ergo Calenda e Geloni volevamo strizzare l’occhio a quella parte dell’elettorato, ricevere qualche applauso e qualche “bravo” e così si piace un po’ di più. Diciamo un tentativo di imitare (male) il caro Giggino Di Maio. Oh, lui sulla caccia al consenso lo batte solo il Capitano.

Fabrizio Procopio

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