Siamo giugno e questo significa che gli store di tutto il mondo si tingono di arcobaleno. Quindi visibilità per il mondo Queer, ma allo stesso tempo, i centri commerciali diventano una giungla, dove non è così semplice distinguere tra chi fa rainbow washing e chi effettivamente può fregiarsi del titolo di alleato.
Come un giovane Tarzan, con meno capelli e meno addominali, mi sono addentrato in questa giungla alla ricerca dei brand dei quali possiamo effettivamente fidarci.
Levi’s
L’azienda fondata da Levi Strauss riconferma il suo impegno per la causa LGBTQIA+, quest’anno ci rende tutti ancora più militanti con una collezione di “Use Your Voice”, una collezione forte, con abiti adatti a scendere in piazza ed urlare, immortalata da iO Tillett Wright.
Croachless, l’ormai immancabile logo colorato di rainbow e il messaggio “Use Your Voice” inciso sulle giacche. Messaggio più che mai attuale: la pandemia globale ci avrà fatto perdere le parate, i carri e gli eventi sociali legati al Pride, ma la nostra voce rimane, sempre.
Tutti i ricavati della collezione Use Your Voice verrano donati ad OutRight International per il secondo anno.
Happy Socks
I calzini più colorati del web mettono in campo una collaborazione con The Phluid Project, l’azienda totalmente genderfree fondata dal ex fashion executive di Victoria Secret e American Apparel, Rob Smith. I nuovi arcobaleni di Happy Socks sono declinati e destrutturati, creando tante varianti quante le sfumature dell’identità.
Questa collezione approvata da Sasha Velour donerà il 10% di ogni acquisto alla Trevor Project, rete di prevenzione di suicidi LGBTQIA+.
Calvin Klein
Oltre alla collezione di mutande, sospensori, cappellini e chi più ne ha più ne metta, Calvin Klein rispolvera dagli anni 30 i body da spiaggia, un’alternativa più gender inclusive rispetto ai soliti slip o bikini. Scelta curiosa e coraggiosa, un po’ come la prima volta che fu rivolta. Bravi.
Oltre al body, ha catturato la mia attenzione anche lo zaino unisex, parliamoci chiaro, è uno zaino semplicissimo, unisex da tutta una vita, ma il dettaglio della bandiera transgender sulla spallina colpisce. Uno zaino di tutti per tutti.
Con la collezione Pride di Calvin Klein dona a OutRight Action International.
Dr. Martens
Possiamo ballare Rain On Me sotto la pioggia, senza paura di bagnarci i piedi grazie a Dr. Martens e ai dettagli colorati di arcobaleno sugli iconici stivali. Sul sito ufficiale sono disponibili anche i calzini e i lacci rainbow in pendant. Nota di demerito, la versione Pride è disponibile solo in versione “non vegan”, ma sono sicuro che al prossimo anno adrà meglio.
Dr. Martens donerà 25mila dollari, indipendentemente dalle vendite della collezione, alla Trevor Project, come l’amico Happy Socks.
Dr. Martens Releases Pride Month-Honoring 1460 Boothttps://t.co/ViIRCWGZlp
— Sheepchase at 2 metres ? ? (@sheepchase) May 17, 2020
Converse
A donare tanto è anche l’iconica azienda di calzature, che quest’anno ha deciso di aiutare non una ma ben 4 associazioni (It Gets Better, Ali Fprney Center, BAGLY e OUT MetroWest) con la collezione Pride.
Oltre alle scarpe con arcobaleni e unicorni, alcuni articoli sono stati anche inseriti nella sezione “costumize”: in linea con la libertà di espressione che il Pride incarna, ognuno potrà avere la sua sneakers LGBTQIA+ fatta su misura. Prendi questo, Cenerentola!
#MacLovesPride
Passando al make-up, non possiamo non citare #MacLovesPride, che quest’anno ci ricopre di eye shadows glitterati e rossetti oleografi a prova di telecamera. Inoltre, dove possibile, Mac ospiterà dei veri e propri mini-pride privati. L’azienda è attiva nelle cause queer dal primissimo Viva Glam in sostegno alla ricerca contro l’HIV/AIDS.
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1 thought on “Pride Month, alcuni consigli per uno shopping libero da rainbow washing”
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