Foto: Chimera Arcobaleno Arcigay Arezzo

Cortona, risponde «no amò» e viene ricoperto di insulti omofobi

Francesco, 22enne di Sinalunga, lo scorso sabato sera passeggiava nel centro di Cortona, in provincia di Arezzo, quando un ragazzo gli si è avvicinato per chiedergli una sigaretta. È bastato rispondere «no amò, non fumo» per dare sfogo alla mascolinità tossica dello sconosciuto, che ha precisato di non essere «fr**io» e dunque di non gradire che quel nomignolo venisse usato verso di lui.

A quel punto, offeso per il termine spregiativo usato per indicare una parola omosessuale, Francesco ha fatto presente di essere gay e da lì sono partiti gli insulti omofobi da parte dell’altro ragazzo. Il 22enne si è detto ferito da quelle offese e, denunciando il fatto su Instagram, ha sottolineato che se quell’attacco fosse stato subito da un ragazzo più fragile, avrebbe potuto avere conseguenze più gravi per la vittima.

«Questa è una delle tante microaggressioni che ogni persona LGBTI+ subisce quasi quotidianamente – dichiara il direttivo di Chimera Arcobaleno Arcigay Arezzo in un comunicato – creando così quella condizione di minority stress, e che dimostra quanto ci sia la necessità di una legge a tutela dell’omo-bi-transfobia che, oltre a punire, istituzionalizzi anche formazione ed educazione al rispetto delle differenze proprio per prevenire qualsiasi forma di violenza e discriminazione basate sull’identità personale».

L’associazione aretina esprime la propria solidarietà a Francesco, condannando l’attacco subito e chiedendo all’Amministrazione Comunale del Comune di Cortona «di riprendere il percorso di adesione alla Rete RE.A.DY, la rete anitidiscriminazione delle amministrazioni pubbliche, per dare un segnale forte contro questo genere di episodi».

L’episodio di Cortona è solo l’ennesimo di una sequenza preoccupante di casi di omofobia, che sembrano essere sensibilmente aumentati al termine della tregua imposta dal lockdown, come mostrato dalla timeline dell’omotransfobia nel 2020. Settimana scorsa sono stati registrati 7 episodi in 7 giorni, ma c’è chi sostiene che nel nostro Paese non ci sia alcuna emergenza omotransfobia.

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