Aggressione omofoba a Firenze: «fr**io di me**a» e gli sferra un pugno

Una nuova aggressione omofoba si è registrata ieri a Firenze ai danni di un attivista 26enne dell’area anarco-antagonista, che stava promovendo un’iniziativa per l’orgoglio LGBT+.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, l’attacco ha avuto luogo in Piazza Santo Spirito, dove il ragazzo è stato troppo insistente per i gusti del suo aggressore, un 20enne, che venendo involontariamente urtato dalla bandiera portata dall’anarchico, avrebbe reagito con un insulto omofobo, «fr**io di me**a», prima di sferrargli un pugno al volto.

La scena si è tenuta sotto agli occhi degli agenti della Digos, che nella narrazione fatta da La Repubblica sarebbero intervenuti per bloccare il 20enne e stanno indagando sul movente omofobo.

Aggiornamento 8/8 02:45: un’altra versione dell’area anarco-antagonista

Un membro del collettivo La Diavola Veste Pride ci ha contattato per riferirci una versione alternativa dell’accaduto.

L’attivista nega l’episodio dell’urto involontario della bandiera e, al contrario racconta che un gruppo di cinque o sei persone hanno iniziato a rivolgere insulti omofobi a tre membri del collettivo presenti in Piazza Santo Spirito, dove stavano invitando la gente a spostarsi in Piazza del Carmine, luogo concesso per un evento per il lancio di un Pride autogestito.

Dagli insulti questi sarebbero passati alle mani, colpendo alle spalle uno dei ragazzi del collettivo con un pugno, generando così una rissa. La Digos sarebbe dunque giunta per separare i due gruppi, limitandosi a chiedere i documenti a colui che aveva dato il via all’aggressione. Nel frattempo una 60ina di persone da Piazza del Carmine si dirigeva verso il luogo dell’aggressione.

Il collettivo lamenta le modalità con cui sarebbero intervenuti i militari, che secondo la loro versione dei fatti avrebbero difeso gli aggressori e impedito agli attivisti di fare degli interventi al megafono. Tuttavia la piazza non è rimasta inerme, ci spiega l’attivista, ma si è unita in solidarietà nei cori e presidiando in piazza.

L’emergenza omotransfobia in Toscana

La Toscana è una delle regioni italiane in cui si è registrato il maggior numero di casi di omotransfobia dall’inizio dell’anno.

Tra la fine del 2019 e il mese di gennaio, sempre a Firenze, almeno 4 sex worker transgender sono state aggredite e rapinate da un 22enne in diversi episodi. Il 10 gennaio, ad Altopascio (LU), un ragazzo ed altre persone sono state aggredite durante una serata a tema LGBT+ subito dopo aver ricevuto degli insulti omofobi. A maggio, un ristoratore è stato vittima di insulti omofobi giunti tramite telefonate anonime dopo aver baciato il proprio compagno in un programma televisivo. A Prato, invece, lo scorso mese un audio al grido di «fr**i» è stato riprodotto sotto casa di un attivista LGBT+, già vittima di stalking. Alcuni giorni fa, a Cortona, a un ragazzo è bastato rispondere «no amò» alla richiesta di una sigaretta per ricevere degli insulti basati sul suo orientamento sessuale.

A questi episodi, si aggiunge il suicidio di una donna transgender ad Altopascio (con un ostinato misgendering da parte di un giornale locale), la censura di una youtuber transessuale invitata a un’asseblea d’istituto di un liceo di Pisa, l’affitto negato a una persona agender a Pescia (PT), le scritte omotransfobiche sul muro di un tabaccacio di Campi Bisenzio (FI) e le fiamme date alla bandiera rainbow esposta da una famiglia arcobaleno presso la propria abitazione a San Giuliano Terme (PI).