Rimini, sexy shop vandalizzato per la seconda volta in un anno: «Arcigay porci»

«Arcygay (sic!) porci, solo ca**o e fi*a»: sono queste le parole lasciate da un vandalo su una colonna di un sexy shop di Rimini, nella frazione Miramare, già imbrattato un anno fa. A renderlo noto è la stessa proprietaria Viviana sulla pagina Facebook di Vizia Shop, che sottolinea come la grafia delle scritte omofobe sia la stessa della volta precedente.

Come risposta, il negozio ha allestito la vetrina accanto alla colonna vandalizzata con la bandiera e degli oggetti (tra cui un plug) arcobaleno. «A fianco potete vedere la nostra risposta – scrive Viviana, precisando che le scritte sono state successivamente rimosse – Non ci facciamo certo intimidire da questa ignoranza».

Arcigay Rimini Alan Turing ha condannato il gesto in un post intitolato «La magnifica ossessione degli omofobi contro Arcigay». Nella nota, l’associazione ringrazia la proprietaria del sexy shop e chiunque «si espone sui nostri temi e che fa un pride di ogni gesto, un pride che vive nelle strade e nelle spiagge, che sfida la banalità dei luoghi comuni e che costringe questi mediocri a esporsi per poter affermare oggi un pensiero discriminatorio e offensivo perché sentono che ormai la loro stagione volge al termine».

L’episodio di Rimini si va così ad aggiungere alla nostra mappa dell’omotransfobia nel 2020, che è ricca di episodi di vandalismo, dalla svastica disegnata sulla strada colorata di arcobaleno a Padova agli insulti omotransfobici lasciati sul muro del negozio di un tabaccaio omosessuale a Firenze, passando per le frasi lesbofobiche alla stazione di Molfetta, in Puglia. Qualcuno le definirebbe delle liberi espressioni, per noi rimangono degli atti vili che mirano a minacciare la serenità delle minoranze sessuali.