Secondo Libero «i gay stanno con la Meloni: vaffa l’omofobia»

Libero ci ha abituati ai titoli di cattivo gusto, tra i tanti ricordiamo tutti la famosa correlazione in prima pagina tra il PIL in diminuzione e il presunto “aumento dell’omosessualità”. Ma questa volta il quotidiano fondato da Vittorio Feltri ha stabilito che «i gay stanno con la Meloni», sulla base di un video pubblicato su Facebook da un ristrettissimo gruppo di uomini omosessuali, bianchi e cisgender.

Il video a cui, evidentemente, Libero si riferisce è quello pubblicato da Umberto La Morgia – consigliere comunale leghista e dichiaratamente omosessuale di Casalecchio di Reno – sulla propria pagina Facebook quando ormai il ddl Zan era stato approvato alla Camera. Il video di La Morgia & Co. servirebbe a dare ragione a Giorgia Meloni, che – nonostante le centinaia di emendamenti ostruzionistici presentati dal suo parito – in un intervento aveva chiesto: «Ma siete sicuri che gli [cittadini] omosessuali di questa nazione non avrebbero voluto vedervi al lavoro per difendere le loro attività piuttosto che su questa roba qui?». Ma la discussione riprenderà al Senato non prima dell’anno prossimo.

All’intervento della «donna, madre, cristiana» avevano risposto aluni attivisti, giornalisti e personaggi famosi italiani (tra gli altri Tiziano Ferro, Vladimir Luxuria, Cathy La Torre, Jonathan Bazzi e Pietro Turano) con un video ideato dalla piattaforma QUiD, a cui sono seguite decine di video simili pubblicati nelle Instagram Stories (e non solo) da comuni cittadini (tra cui la dolcissima nonna Melina) con l’hashtag #ZanSiamoSicuri. Con qualche giorno di ritardo è arrivata la contro-risposta del consigliere leghista, che insieme ad altri sei uomini sottoscrive le parole della leader di Fratelli d’Italia.

Sono proprio le parole di La Morgia ad essere riprese nell’articolo di Libero, che parla in modo generalizzato delle persone omosessuali di destra, ignorando l’universo LGBT+ – politicamente variegato – che si è mobilitato in più di 70 piazze negli ultimi mesi (con iniziative come Dalla Parte Dei Diritti, Ora Basta! e Spazza L’Odio), ma anche altri cittadini gay di destra, come la pagina Arcobaleni NON Conformi e l’associazione GayLib, che si sono espresse a favore della legge contro l’omotransfobia nonostante appoggino forze politiche dell’opposizione.

«Il sovranismo e i sovranisti sono in caduta libera. Gli innamorati delle libertà civili e dei diritti di tutti torneranno a risplendere, mentre a questi funerei “omosessuali di destra” resterà il loro nero sostegno alla peggiore destra di sempre» commenta GayLib su Facebook, ricordando che durante il lockdown «molte persone LGBT “recluse” in casa hanno dovuto pagare l’ulteriore grave dazio di mesi di violenza psicologica ancora viva e presente in numerose famiglie, soprattutto nelle fasce sociali che vivono nel disagio e nell’arretratezza socioculturale».

Ultimo, ma non per importanza, quel «vaffa l’omofobia». Credo che in tanti vorrebbero chiedere al titolista se prima di partorire quel titolo ha provato a chiedere cosa ne pensino di questa legge la ragazza pestata da due ragazzi a Potenza mentre camminava per strada perché lesbica, o la coppia di ragazzi di Pescara che sono stati aggrediti dal branco durante una passeggiata sul lungomare, o Ciro che a causa della sua identità di genere ha perso la compagna durante un incidente provocato dal fratello. Sono solo alcune delle aggressioni omofobe che si sono verificate nell’ultimo anno, prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria ed economica. Vaffa sì, ma il benaltrismo dei privilegiati.