Enrico Letta chiede ai senatori del PD di votare il ddl Zan così com’è

Il segretario del Partito Democratico non ha dubbi: il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo deve essere approvato senza emendamenti che lo rispedirebbero alla Camera. Nel corso dell’assemblea con i senatori, Enrico Letta ha chiesto di portare a casa un risultato importante che, riportando le parole di Luigi Zanda, «sarebbe un colpo per il partito perché è un provvedimento che porta il nostro nome».

«Il PD non si deve far mettere i piedi in testa dalle idee retrograde della Lega – ha affermato Letta – L’Italia deve fare un passo avanti di civiltà e con il ddl Zan può farlo. Non ci sono più le condizioni politiche per un terzo passaggio. Fuori il dibattito si è radicalizzato non per colpa nostra, tra di noi la discussione è seria e legittima. Ma il PD non si deve far mettere i piedi in testa da idee retrograde della Lega. Mi assumo la responsabilità di chiedervi di approvare la legge così com’è».

Se è della stessa idea la maggior parte dei senatori, alcuni hanno sostenuto che il testo vada cambiato. Tra questi Valeria Valente, che già negli scorsi giorni aveva espresso sui social le proprie riserve sull’espressione “identità di genere” che, sebbene sia già presente nel nostro ordinamento e sia riconosciuta dalla comunità scientifica, viene ritenuta “divisiva” dalla senatrice, oltre che dalle femministe radicali “gender critical” e dalla destra. Secondo Valente, sarebbe stato preferibile «trovare maggiore consenso con il centrodestra, evitando una discussione su blocchi ideologici».

Tra i più critici c’è poi la senatrice Fedeli, secondo la quale «c’è una parte dell’opinione pubblica che chiede una norma per proteggere di più la comunità Lgbt, ma dovevamo lasciare fuori la violenza sulle donne che ha altre motivazioni. Vogliamo portare a casa una legge, ma sapendo che esiste il voto segreto, vorrei sapere come si fa. Noi ora in Senato dobbiamo audire tutte le associazioni ignorate alla Camera».

Nel corso di una diretta Instagram con l’onorevole Alessandro Zan, la senatrice Monica Cirinnà – che oggi festeggia 5 anni dall’approvazione della legge sulle unioni civili che porta il suo nome – ha contestato quanto detto da Fedeli, sottolineando che le donne sono la categoria più colpita dai crimini d’odio. «Noi siamo le più colpite – ha ricordato la senatrice – Quello che è stato scritto a me durante la discussione sulle unioni civili non è stato scritto ai miei colleghi uomini».

Cirinnà ha definito quella dell’assemblea «una bella discussione, vera e leale», affermando che «Letta ha fatto un appello alla forza di prendere una decisione comunitaria». Il segretario del PD ha infatti fatto un’analisi precisa dei tempi necessari per l’approvazione nel caso in cui il testo venisse emendato e dovesse tornare alla Camera, evidenziando come ciò ne comporterebbe probabilmente la non approvazione. Sebbene Cirinnà abbia confidato di aver «colto una velata minaccia nei vari interventi» per quanto riguarda il voto segreto, ma si è detta fiduciosa nel proprio partito dopo la riunione di oggi.