A Torino migliaia di persone in piazza Castello per l’approvazione del ddl Zan

Migliaia di persone hanno popolato Piazza Castello a Torino, nel pomeriggio di ieri, per chiedere una rapida approvazione del ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Si è trattato di una manifestazione pacifica, in cui i manifestanti hanno puntato il dito contro i partiti ostruzionistici e coloro che sostengono di voler mediare con le destre.

«La città ha deciso di stare dalla parte dei diritti, delle tutele che oggi non sono ancora riconosciute e che ci fanno sembrare di essere indietro di cento-duecento anni e questo non è accettabile – ha dichiarato la sindaca di Torino Chiara Appendino – Qui abbiamo trascritto e riconosciuto i diritti dei primi figli delle coppie omogenitoriali. Ma questo che cos’ha di trasgressivo? Stiamo tutelando madri, padri, bimbi e bimbe».

Nella città sabauda era presente anche Susanna Camusso, ex segretaria generale della CGIL. «Se non si hanno diritti sociali si finisce discriminati anche sui posti di lavoro – ha sottolineato – Sappiamo bene che ci sono comunità che sono sistematicamente discriminati sui luoghi di lavoro e subiscono le manifestazioni di odio e istigazione all’odio. Siamo dalla parte della società e facciamo la nostra parte quando combattiamo le discriminazioni».

Dal palco della manifestazione, la presidente di Arcigay Torino “Ottavio Mai”, Serena Graneri ha chiesto l’approvazione del ddl Zan senza compromessi al ribasso, come sottolineato dallo stesso nome dell’iniziativa: “Non un passo indietro”. «Questo lo abbiamo visto con le unioni civili, quando è stata stralciata la stepchild adoption – ha ricordato – E oggi stiamo assistendo alle stesse dinamiche che vanno a minare la tutela di alcune identità che sono spesso invisibilizzate e discriminate». Graneri ha poi condannato i giudizi sulle identità delle persone, sottolineando che «non sono opinioni politiche, né qualcosa di discutibile sulla base di una soggettiva morale», e ha aggiunto: «Nessuno può giudicare le nostre vite, i nostri amori, le nostre identità e i nostri corpi».

 

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Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, ha ricordato le iniziative che hanno riempito più di 50 piazze in tutta Italia nelle scorse settimane. «È importante che siamo in tanti oggi. Noi che siamo qui a metterci la faccia lo facciamo per noi stessi – ha urlato dal palco – ma lo facciamo anche per quei milioni di persone che non possono farlo, che non possono essere se stesse a scuola, in strada, sul luogo di lavoro».

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