«Sono nato sordo, ma oggi finalmente sento il mondo»

«Ciao, vorrei farvi leggere la mia piccola storia»: essordisce così Fabio (nome di fantasia), un ragazzo nato con una disabilità uditiva, che oggi si ritiene fortunato. Sì, perché la sua “piccola” storia è in realtà quella di una grande conquista: poter “sentire il mondo”, come lui stesso ci spiega.

La storia di Fabio

Finalmente “sento” il mondo! Qualcuno di voi ha mai avuto un familiare sordo? Se sì, vi riconoscerete nel mio racconto; altrimenti conoscerete una nuova storia che è mia, ma anche di tanti altri ragazzi.

Sono nato sordo. Ovviamente i miei genitori erano felici della mia nascita ma immagino che, nei loro occhi, insieme alla gioia, ci fosse anche un velo di preoccupazione quando scoprirono che il loro bambino era sordo. Un genitore non si arrende mai di fronte al problema di un figlio e così i miei genitori, come tanti altri, cercarono in tutti i modi di trovare una soluzione al mio problema, anche quella di farmi provare alcuni dei comuni apparecchi acustici che, tuttavia, per il mio tipo di problema non avevano alcuna efficacia. Con amore e caparbietà non si sono arresi: mi hanno portato in giro per diversi ospedali, cercando sempre un parere nuovo, analizzando ogni nuovo metodo curativo.

Un giorno, così, scoprirono l’impianto cocleare: ecco poteva essere la soluzione adatta! L’operazione comportava dei rischi, ma decidemmo di affrontarli. Dopo un mese dall’attivazione degli apparecchi nacque in me… l’udito! Conservo ancora il sapore delle lacrime all’ascoltare della prima parola: “mamma”.

Seguì un lungo percorso per imparare a leggere e a scrivere durante il quale ho dovuto faticare tanto per andare avanti, con l’aiuto dell’affetto della mia famiglia e della professionalità della mia logopedista. Col tempo il mio linguaggio è migliorato, il mio udito prendeva forma. Ho sorriso, e gli altri con me, ogni qualvolta qualcuno mi chiamava e io finalmente mi giravo. E in ogni sorriso c’era scritto: “finalmente sento il mondo!”.

La realizzazione di questo mio sogno è stato possibile grazie al sostegno dell’informazione, dell’educazione, della cultura, dalla situazione economica familiare, del rapporto con i genitori, con i professori, con la gente: tutte armi che mi hanno permesso di non restare vittima dell’ignoranza e della pietà inutile che vede in un sordo un poveraccio sfortunato.

Quando non senti con le orecchie impari a sentire col cuore. E se anche l’udito ti ritorna, il cuore rimane. Per questo oggi, pur essendo molto giovane e capace di “sentire” come gli altri, cerco in tutti i modi di dare consigli ad altri che vivono la mia stessa situazione e soprattutto di portare in alto con dignità e orgoglio la bandiera dell’essere sordo. Non posso immaginare la mia vita senza questo grandissimo evento.

Omosessualità e disabilità

Oltre a questo, sono anche gay. Per questo non bisogna mai mollare e aver il timore. I problemi della vita sono altri. Sono stato molto fortunato perché non ho avuto momenti spiacevoli: sono sempre stato accettato e ho vissuto tranquillamente la vita nonostante tutto. Quindi non ho vissuto sulla pelle gravi episodi di omofobia o abilismo, non saprei dire con certezza se questi due fenomeni abbiano qualcosa in comune o meno. Al massimo, posso dare un consiglio alle che abbiano vissuto questi eventi poco piacevoli: dico a loro di andare avanti, di non aver timore, fatevi valere, fatevi voler bene con le persone giuste. Sorridete perché la vita è bella nonostante tutto.

Un episodio un po’ mortificante l’ho vissuto nella frequentazione di ragazzi. Circa due anni fa, ero a Torino e avevo un appuntamento con una persona. Quest’ultima non sapeva della mia situazione. Appena sentì la mia voce, si creò un imbarazzo, forse dettato da diverse aspettative. Un imbarazzo che non finiva più, perché avevo difficoltà anche a sentirlo mentre parlava. L’incontro si concluse brevemente e l’interesse di conoscerci svanì. Un po’ ci rimasi male.

Da allora, avendo un carattere forte e deciso, prima di incontrare qualsiasi persona gli dico come stanno le cose per quanto riguarda la mia disabilità. Se a loro interessa continuare a relazionarsi con me e a conoscersi, ben venga, mi fa molto piacere; in caso contrario, tanti saluti. E, devo dire la verità, una piccola parte di persone l’ha fatto.