In una diretta Facebook, ormai suo marchio di fabbrica, il leader del M5S Giuseppe Conte ha annunciato la pubblicazione del nuovo statuto, definito dallo stesso «il progetto di rinnovamento del Movimento 5 stelle», giunto alla fine di una difficile settimana di trattative con il garante Beppe Grippo e il cosiddetto “patto della spigola”. Tra le novità della nuova carta dei principi c’è il «rispetto della persona», con particolare riferimento alle «identità sessuali e di genere», una presa di posizione importante in un periodo storico dove il movimento “gender critial” ha contaminato anche alcune correnti minoritarie dei partiti di centrosinistra, come il PD e Italia Viva.
«La politica deve muovere dal riconoscimento della dignità» di ogni essere umano e dal rispetto dei suoi diritti e libertà fondamentali – si legge nel nuovo statuto – e deve avere quale obiettivo la promozione delle condizioni che ne consentano il pieno sviluppo della personalità». Viene poi ribadita la laicità dello Stato e sottolineato che «tra i diritti e le libertà fondamentali, va ricompreso il pieno diritto ad amare ed essere amati, nel rispetto delle identità sessuali e di genere. Ogni forma di discriminazione va combattuta».
Un riconoscimento dei diritti importante alla vigilia – si spera – del voto sul ddl Zan al Senato, dove sotto attacco delle destre (e con la complicità di sedicenti mediatori) vi è proprio quell’espressione – identità di genere – che il M5S mette nello statuto, che dovrà ora essere votato dagli iscritti alla Piattaforma Rousseau. Alessandra Maiorino, prima firmataria di una proprosta di legge contro l’omotransfobia confluita nel ddl Zan, si dice entusiasta per l’importante traguardo. «Questo è il MoVimento 5 Stelle che tutti insieme, in questi lunghi anni, abbiamo costruito – scrive in un post la senatrice pentastellata – I diritti fondamentali della persona non sono negoziabili, non sono “ideologie”, e non sono abdicabili. Sono orgogliosa di questo risultato!».
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