L’inconsapevolezza sessuale degli omosessuali in Corea Del Nord

Ci sono Paesi nel mondo in cui le politiche governative sono talmente restrittive e repressive da eliminare ideologie e concetti poco graditi al potere centrale. Proprio questo è il tema centrale del romanzo di memorie di Jang Yeong-jin, A Mark of Red Honor, pubblicato nel 2015.

L’uomo, di origine nordcorena, ha scoperto la propria omosessualità solo dopo aver abbandonato il suo paese natio; infatti, in Corea del Nord l’omosessualità è bandita anche come idea, è qualcosa di cui non si parla e che non si conosce.

Nel suo libro Jang, ormai sessantenne e da molti anni esule a Seul, racconta di aver assunto consapevolezza del suo orientamento sessuale solo a trentasette anni, leggendo un articolo sull’argomento. La vita dell’uomo non è stata semplice fino a quel momento, in costante lotta con se stesso e con un istinto al quale non sapeva dare un nome. Da giovane ha addirittura pensato di rivolgersi ad un neurologo per cercare di capire cosa no andasse in lui, ricevendo un pessimo trattamento dal medico.

Essendo gli uomini non sposati considerati “anormali” dalla cultura nordcoreana, Jang ha preso moglie; una moglie che non ha mai amato e alla quale crede di aver rovinato la vita. A metterlo in crisi è stato un particolare rapporto d’amicizia, sviluppato sin dalla tenera età con un altro uomo verso il quale provava un’attrazione che non era, però, in grado di definire e comprendere.

Ad oggi, la vita di Jang è molto diversa. Vive da esule in un Paese in cui, nonostante si abbia consapevolezza di cosa significhi essere gay, l’omosessualità rimane un problema consistente; ma quantomeno, raggiunta la maturità, è riuscito a fare i conti con la propria identità.

 

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