Gianpaolo, cacciato di casa perché gay, racconta la sua storia in un video

Gianpaolo Murazzo, youtuber molisano residente a Firenze, parla con disinvoltura di tematiche LGBT+ davanti alla telecamera, ma nell’ultimo video del suo canale YouTube ha raccontato la triste storia che lo ha spinto ad abbandonare Termoli e spostarsi lontanto da casa, in Toscana.

Nel giro di pochi minuti, lo scorso 17 ottobre 2018, la vita di Gianpaolo è cambiata dopo che i genitori lo hanno cacciato di casa per via della sua omosessualità. «Crescere con un figlio gay al sud spesso è un po’ difficile visto che molti genitori, parlo di mio padre, crescono con una mentalità da campagnoli – premette Gianpaolo nel video – È difficile anche per mia madre che ha una mentalità di città».

Come accade in tantissime famiglie, sebbene l’orientamento sessuale del figlio sia noto ai genitori, questi evitano l’argomento: un po’ perché preferiscono non affrontare un discorso poco piacevole a causa della propria omofobia, un po’ perché sperano che quella caratteristica passi sottotraccia, ovvero che rimanga il più possibile nasconda alla società.

«Mio padre, che in 23 anni  non ha mai avuto il coraggio di affrontare questa discussione, mi ha detto esplicitamente “non ti vergogni di fare queste cose in giro con gli uomini?” – rivela Gianpaolo – Gli ho risposto “siamo nel 2018, non c’è niente da vergognarsi, è una cosa normalissima”». Ma la risposta del padre è ciò che molte persone LGBT+ temono e che porta loro a tardare nel fare coming out in famiglia: «La porta è quella, puoi anche direttamente uscire».

Sebbene non sia stato cacciato di casa in modo brusco, ma con pacatezza, per Gianpaolo è stato un forte colpo al cuore e lasciare la sua abitazione non è stata una passeggiata: «Dopo due anni penso di avere il coraggio di raccontare quello che ho passato. Ho passato tre notti in tre stazioni dei treni differenti, perché non sapevo dove andare. Ho dovuto dormire per terra come i barboni».

L’intento di Gianpaolo, che da quel giorno non ha più sentito i propri genitori, non è tuttavia quello di lamentare il comportamento dei suoi, che in parte comprende e giustifica per la loro mentalità, ma di dare un messaggio di speranza a chi si trova in una situazione difficile come quella in cui si è trovato dopo quell’evento traumatico.

«Per me è stata una liberazione. Pian piano ho affrontato questa cosa in maniera tranquilla – racconta lo youtuber – Arrivato a Firenze mi sono rifatto una vita da zero. Ho iniziato a lavorare, mi son fatto una casa e degli amici. Siate forti e consapevoli, nel momento in cui uscite dalla porta della vostra casa vi si apre un mondo di alti e bassi. Ci sono tante persone che vi vorranno bene, più bene dei vostri genitori».

Il consiglio aggiuntivo che la nostra redazione vuole dare a chi si trova in una situazione simile è di mettervi in contatto con le associazioni LGBT+ che si trovano sul territorio, le quali vi daranno un valido supporto. Se siete a Roma, Milano, Napoli o Torino c’è la possibilità di rivolgervi a una casa arcobaleno, un rifugio LGBT+ nato per aiutare le persone che stanno affrontando difficoltà quelle che ha vissuto Gianpaolo e come la vostra. Siate forti, siate coraggiosi, ma soprattutto siate orgogliosi di ciò che siete!

 

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