Acquisiti i pieni poteri, Orban vuole abolire alcuni diritti delle persone trans

Storicamente è già accaduto che la paura generata da un’epidemia conducesse ad una limitazione delle libertà individuali per ragioni di sicurezza pubblica – si pensi all’epidemia di Peste in Italia, nel 1358 – ed è possibile oggigiorno osservarne nuovamente l’attuazione in Italia e nel mondo, a causa dell’epidemia di Covid-19.

Tuttavia c’è chi, nel Coronavirus, ha visto soltanto l’occasione per realizzare un disegno già predisposto da tempo. È il caso del primo ministro ungherese Viktor Orban che, in seguito ad un’approvazione del parlamento ungherese, avrà la facoltà di sospendere tutti i trattati europei, controllare la circolazione delle informazioni e violare alcune delle leggi in vigore: insomma una dittatura in piena regola.

Ma cosa accadrà per i diritti civili? Già in tempi non sospetti l’Ungheria aveva dimostrato di non essere incline a tutelare i diritti delle persone LGBT+, con diversi campanelli d’allarme come il ritiro della pubblicità gay-friendly della Coca-Cola, e in queste ore è giunta una conferma in tal senso.

Il vice primo ministro democristiano Zsolt Semjén ha difatti presentato un pacchetto di proposte che vede al suo interno l’abolizione della riassegnazione di genere che costituirebbe una grave restrizione per le persone transgender.

Modificando la legge in vigore dal 2010, la proposta prevede che le registrazioni dei nuovi nati indichino il al loro interno il “sesso alla nascita” – che viene determinato dai medici, e da fattori biologici – e non più il genere, sostenendo che «Dato che è impossibile cambiare completamente il proprio genere biologico (sic!), è necessario stabilire per legge che non può essere modificato neanche nel registro civile».

Poiché tutti i documenti ufficiali, quali carte d’identità, patenti di guida e passaporti sono tratti dal registro civile, la modifica della legge influirebbe anche su questi. Con questa proposta di legge che niente ha a che vedere con l’emergenza sanitaria in atto, l’Ungheria è pronta a registrare un grande passo indietro nei diritti umani.

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