Foto: Womenareurope (Facebook)

La Polonia che vuole vietare l’aborto ed equiparare l’educazione sessuale alla pedofilia

Oggi il parlamento polacco ha deciso di rimandare il voto definitivo su due progetti di legge molto controversi, inviandone la discussione ad una commissione straordinaria. I due progetti di legge determinerebbero l’abolizione dell’educazione sessuale – con conseguente detenzione fino a 3 anni per coloro i quali la insegnino – e l’inasprimento delle condizioni in cui le donne potranno ricorrere all’aborto.

Non è stato deciso quando o se tali progetti verranno reintrodotti in parlamento per la votazione finale, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutte le organizzazioni internazionali a tutela dei diritti umani che hanno seguito attentamente la questione.

Il disegno di legge “Stop Pedofilia”, modificherebbe il codice penale per criminalizzare chiunque promuova l’informazione, nei confronti di minori, sui rapporti sessuali. È bene ricordare come, nelle scuole polacche, non esista l’educazione sessuale ma venga invece insegnato agli studenti come «prepararsi alla vita familiare».

In uno dei Paesi più conservatori d’Europa, dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è illegale e dove sono sorte delle zone LGBT-free, gli autori del disegno di legge affermano che gli educatori sessuali sono spesso persone che «fanno familiarizzare i minori con il tema dell’omosessualità» e le organizzazioni e gli attivisti maggiormente coinvolti nella promozione dell’educazione sessuale siano gestiti dalle lobby LGBT.

Come osservato da Human Rights Watch, il governo polacco ha bloccato gli sforzi per fornire agli adolescenti un’educazione sessuale completa, coerente con gli standard internazionali. Il programma di «preparazione alla vita familiare diffonde disinformazione che può avere ripercussioni negative a lungo termine sulla salute, perpetua stereotipi dannosi sui ruoli di genere e sulla sessualità e promuove una società anti-diritti e anti-LGBT».

Il parlamento ha inoltre approvato la proposta di modifica della legge sull’aborto. Attualmente, in Polonia, l’aborto può essere praticato per salvaguardare la vita o la salute delle donne, in situazioni di anomalia fetale grave o fatale, o se una gravidanza deriva da uno stupro o un altro atto criminale come l’incesto. La proposta di modifica eliminerebbe l’accesso legale all’aborto in caso di anomalia fetale grave o fatale, limitando ulteriormente quella che è già una delle leggi sull’aborto più restrittive d’Europa.

Proteste si sono registrate nel Paese, che nonostante il lockdown, ha visto la partecipazione delle donne in strada, che hanno protestato rispettando le norme sul distanziamento sociale.

È interessante notare che i progetti di modifica in esame sono stati originariamente introdotti a marzo 2018 e ottobre 2019, sulla base di iniziative popolari che hanno raccolto oltre 250.000 adesioni e che hanno riscosso largo consenso nella cittadinanza.

Amnesty International ha dichiarato: «È vergognoso che i parlamentari non abbiano respinto in modo inequivocabile queste due proposte ma il voto di oggi è una testimonianza del potere di protesta, anche e soprattutto, durante la pandemia di COVID-19».