Né gay né bisessuali: G0Y, il movimento statunitense che rifiuta il sesso anale

Sono uomini che sono attratti da altri uomini, ma non si definiscono né gay né bisex: si fanno chiamare g0y (da leggere gi-zero-ypsilon o gòi). Il loro è un movimento nato negli Stati Uniti d’America e racchiude in sé tutti quegli uomini attratti dalla mascolinità, ma che non si sentono a proprio agio con la cultura gay e con gli stigmi che l’accompagnano nell’immaginario collettivo.

«Come una sfida all’eterosessualità naturale e tradizionale – dice che lo psicologo Gilmaro Nogueira, docente di Cultura e Società dell’Università Federale di Bahia – che presuppone che un uomo debba necessariamente avere un’attrazione sessuale per le donne, g0y e altri termini sono tentativi di nominare una diversità di esperienze che vanno oltre le identità tradizionali: etero e omo».

Stando a quanto descritto nel sito dedicato, circa il 60% degli uomini proverebbe interesse per l’intimità maschile, non identificandosi, tuttavia, come “gay” per via dei comportamenti associati a questa etichetta, primo tra tutti il sesso anale, che a loro dire è «considerato dalla maggior parte degli uomini una pratica sporca, pericolosa, degradante e dannatamente non maschile».

«Il sesso anale è un atto violento il 100% delle volte – continua il manifesto g0y che sembra quasi prendere ispirazione da Silvana De Mari (o viceversa?) – Il retto umano, maschile o femminile, non è progettato per essere usato come porta-pene. Ogni singola manifestazione di tale atto danneggia il destinatario in qualche modo, oltre a creare un canale per le malattie che sono circa il 5000% più contagiose rispetto al sesso orale».

Proprio per questo motivo i g0y hanno sostituito la A con uno zero, quasi ad indicare un completo distacco dalla comunità LGBT+ e dagli stereotipi che la rappresentano e un rifiuto categorico verso il sesso anale, simboleggiato dalla A cancellata. Va riconosciuta una certa fantasia.

È interessante considerare come, all’interno del movimento, l’orientamento sessuale sia irrilevante. Ci si può riconoscere come g0y indipendentemente dal fatto che ci si relazioni più con uomini, donne o entrambi. Il rapporto tra due g0y è più una “bromance” in cui è consentito il sesso solo se conseziente, purché non sia penetrativo e nella quale è osannata la mascolinità intesa come riappropriazione di tutto ciò che è stato deviato dal «paradigma gay». Nella filosofia g0y non sono consentite, infatti, espressioni al femminile, l’utilizzo di abiti “da donna” o modi effemminati.

«Gli uomini che amano gli uomini sono NORMALI – si legge sul sito – Non sono parte di una minoranza con feticci bizzarri e malsani! Un G0Y rifiuta l’intero “paradigma gay” e sceglie un percorso più vecchio, più sano e molto più nobile! Gli uomini possono amare totalmente gli altri uomini senza che nessuno perda il suo rispetto né faccia alcun sacrificio di mascolinità». Per i g0y il coming out, inoltre, non sarebbe necessario, in quanto «identificarsi come g0y non è qualcosa che deve essere esposto ad altre persone, identificarsi come g0y è capire che ci sono molti uomini che pensano e agiscono allo stesso modo».

Questo continuo fuggire dalla femminilità, esaltando l’aspetto più macho del proprio essere è costato al movimento alcune pesanti accuse di misoginia, in quanto per la corrente g0y essere femminile significherebbe essere inferiori. «La maggior parte dei g0y sono legati sessualmente alle donne e quelli che non lo sono, non sono contro le donne, né lo sono contro la femminilità – sostiene un ragazzo g0y in un’intervista per l’Huffington Post – Essere e godere dell’essere maschili, godere della mascolinità non è essere misogini, non è essere contro le donne».

Diverso è il discorso per la comunità LGBT+ che vede nella filosofia g0y una forte omofobia interiorizzata. «Dicono che vogliamo avere privilegi gay senza affrontare i pregiudizi, che rimaniamo sul bordo – dice Master Fratman, uno dei pionieri g0y brasiliani – La la verità è che il muro è molto più largo di quanto la gente capisca. Dal momento che i g0y non si considerano gay, non vengono coinvolti nelle cause LGBT+. Trovo inutile alimentare il conflitto».

Pur non essendo un movimento militante, i g0y hanno una bandiera nata in Brasile ma usata in tutto il mondo per rappresentare il movimento. Com’è facile immaginare, è composta da diverse tonalità di blu. «Il blu è il colore maschile, e questo è ciò che i blu rappresentano sulla bandiera – si legge sull’Huffington Post – Il blu scuro rappresenta la profondità, l’intensità. Il blu indaco significa guerriero per natura. Il bianco è pace, amicizia e il colore turchese indica integrità».