Foto: Porpora Marcasciano / Facebook

Porpora Marcasciano: «Identità di genere è nei trattati scientifici, la politica è ignorante»

Porpora Marcasciano, presidente del MIT – Movimento Identità Trans, lancia una dura accusa nei confronti di Italia Viva, a poche ore dall’approdo del ddl Zan in Aula al Senato, previsto per le 16:30 di oggi. La storica attivista transgender ha rivelato che lei ed altre persone del mondo dell’attivismo sarebbero state contattate privatamente da alcuni esponenti del partito di Matteo Renzi per cercare una mediazione sul testo della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, ritenendolo un modo per spaccare il fronte del movimento LGBT+, più unito che mai. Ma per una delle madri dell’attivismo LGBT+, non si tratta di ideologia ma di giochi politici e di ignoranza.

Nelle ultime settimane, Italia Viva ha ricevuto numerose contestazioni da parte della comunità queer, che accusa Renzi e gli altri di voler raggiungere un compromesso con la Lega e gli altri partiti di destra per meri fini di alleanza politica. Accuse respinte dai renziani, che sostengono invece di puntare all’approvazione della legge che, alla luce della maggioranza risicata e delle votazioni segrete, potrebbe essere affossata dai franchi tiratori.

In un’intervista a Fanpage, Porpora Marcasciano ha raccontato che l’azione di Italia Viva non si sarebbe limitata agli interventi pubblici che tutti conosciamo, ma che si sarebbe mossa anche in altri modi. «In questi giorni io e altre rappresentanti del mondo trans, siamo state contattate in maniera sotterranea da aree politiche di Italia Viva, per mediare – sostiene la scrittrice – Questo vuol dire due cose: sono in difficoltà e sentono il peso della responsabilità che si stanno prendendo. E la mediazione per loro sarebbe togliere dal Ddl Zan ‘identità di genere’ e farla diventare ‘identità trans’. Questo è l’ammorbidimento che chiedono».

Marcasciano non fa nomi, ma parla di «personaggi illustri ed eminenti», che vorrebbero sostituire l’«identità di genere» con l’«identità trans». «Togliere l’identità di genere dal ddl – spiega – svuota di senso la legge perché elimina le persone più colpite da odio e violenza. Non dimentichiamoci che l’Italia è al primo posto in Europa per omicidi e crimini contro le persone trans, ed eliminare quella dicitura avalla tutto questo. ‘Identità trans’ è stata consigliata a Italia Viva dalle Terf per mantenere intatta ‘l’integrità della donna’, ma con identità trans si dice tutto e non si dice nulla».

L’attivista sottolinea che le posizioni delle destre, assecondate da coloro che cercano un compromesso, vanno nel senso opposto rispetto alla letteratura scientifica. «Si sono impuntati sull’identità di genere, che riguarda la percezione di sé e del proprio essere, e che in tutti i trattati scientifici è chiamata in questo modo – ricorda – In Italia siamo abituati a un discorso che va al ribasso e non al rialzo, perché il livello dei politici è purtroppo molto terra terra. Basta sentire Faraone, che è il capogruppo di Italia Viva al Senato, cosa dice delle persone trans. Cose completamente contrarie al discorso scientifico. I politici italiani sono così ignoranti che non è nemmeno una questione ideologica spesso, ma proprio di ignoranza».