Shinigami Eyes, Pillon contro l’estensione di Chrome che segnala transfobici e t-friendly

Tra la gogna di una ragazza transgender per via del suo abbigliamento e le sue opinioni non richieste sull’identità di genere di una pre-adolescente, Simone Pillon ha trovato un nuovo pretesto per polemizzare contro il disegno di legge contro l’omofobia e la misoginia. Si tratta di Shinigami Eyes, un’estensione del browser Google Chrome che – semplificando – colora di rosso i nomi delle persone transfobiche e di verde quelli di quelle che sono ritenute t-friendly, ovvero inclusive nei confronti della comunità transgender.

«Diffusa extention di Google Chrome che colora di rosso le pagine WEB, Facebook, Twitter, Youtube di presunti OMOFOBI – twitta il senatore facendo confusione tra orientamento sessuale e identità di genere – Ovviamente io sono in cima alla lista. Si comincia marcando con un colore diverso. Sappiamo come finisce. Chi discrimina chi? Fermiamo il pdl [sic!] Zan».

Intervistato da Il Giornale (in un articolo dal titolo al sapor di bufala: Su Internet adesso si scheda chi è a favore della famiglia), il leghista rincara la dose e azzarda un paragone con l’antisemitismo: «marchio infame è come la stella gialla sulle giacche degli ebrei, una cosa aberrante».

Un parallelismo che oltre a essere irrispettoso, appare insensato: la colorazione, visibile solo a chi installa l’estensione, non riguarda l’etnia o la religione di un individuo, ma le sue dichiarazioni e azioni passate nei confronti delle persone transgender. Tuttavia, Pillon si è riservato di segnalare la questione alla polizia postale e ha anticipato che effettuerà un’interrogazione ai Ministri dell’Interno e delle Comunicazioni.

Come funziona Shinigami Eyes?

Shinigami Eyes è un’estensione di Google Chrome (installabile tramite questo link) ma anche di Firefox (che trovate qui, ma non ditelo a Pillon!) che prende il nome da un personaggio della mitologia giapponese capace di vedere i nomi che la durata della vita degli umani fluttuare sopra le loro teste.

L’estensione risale almeno al 2018, come testimonia la pagina Twitter, ma pare che l’arrivo della legge contro l’omotransfobia alla Camera abbia fatto in modo che qualcuno la rispolverasse per una facile strumentalizzazione politica.

Una volta installata, Shinigami Eyes farà apparire sulla vostra finestra di navigazione i nomi delle persone etichettate come transfobiche in rosso, mentre quelle t-friendly saranno in verde. Colori che possono essere cambiati, in base ai gusti o alle esigenze dell’utente.

Ho provato a installare l’estensione e, andando su Facebook ho notato che il mio nome era in verde. Segno che qualche utente mi aveva precedentemente segnalato come un ally della comunità trans. Navigando mi sono imbattuto in diversi account in verde, soprattutto attivisti: Cathy La Torre, Giulia Carta, Simona Sventura, Stor Turchi e altri. Pillon mi appariva invece in rosso, così come Adinolfi, Meloni, Salvini e alcuni utenti che, effettivamente, nei loro commenti si dimostravano poco inclusivi nei confronto della comunità LGBT+ in generale. Stesso discorso per le pagine, vi lascio indovinare di che colore appare ArciLesbica Nazionale.

Soprendentemente, erano rimasti del loro colore originale personaggi politici di spicco come Monica Cirinnà e Alessandro Zan. La stessa cosa accade su Twitter o semplicemente navigando su Google, dove in rosso erano indicati giornali che si sono contraddistinti per posizioni trans-eslcudenti, come Tempi.it o Il Primato Nazionale.

Inizialmente ho pensato che qualcuno, magari un gruppo di persone, fosse incaricato di creare una lista di “buoni” e “cattivi”. Più tardi ho però notato che premendo col tasto destro sul nome di un utente appariva nel menù la voce “Shinigami Eyes”, nel sotto-menù a tendina era possibile segnalare quella persona come anti-trans o t-friendly, oppure rimuovere la sua etichetta e farla tornare come neutra.

Non si tratta pertanto di una schedatura, ma di un sistema di reputazione sul web come ne esistono per l’e-commerce, i siti sulle recensioni dei ristoranti o le stesse pagine Facebook, valutabili in modo democratico dagli utenti con le stelline. Qualcuno ha mai paragonato TripAdvisor all’olocausto? Non mi pare.

Qual è il fine di questa estensione?

Quando ho appreso dell’esistenza di Shinigami Eyes, ho pensato che si trattasse di un’applicazione pensata per le persone trans che, dato l’elevato livello di transfobia presente sul web così come nella società, desiderano passare il tempo libero sui social senza imbattersi in commenti transfobici. Non ho pensato a un complotto internazionale per schedare i poveri cristiani bianchi etero difensori della famiglia tradizionale, ma soprattutto non ho immaginato un nesso col ddl Zan. E non mi sbagliavo.

Consultando il sito di Shinigami Eyes, ho trovato la risposta nelle FAQ, situate nell’home page. «Come persona transgender, mi sono abituat* a diffidare delle persone – si legge – Mentre indovinare gli atteggiamenti di una persona o un gruppo apertamente conservatori nei confronti delle persone transgender è facile, questo è molto più difficile quando si affrontano comunità che tendono ad essere moderatamente progressiste o con interessi intersezionali, come la comunità femminista, la comunità lesbica, le associazioni femminili e la comunità atea».

«Lo scopo di questa estensione – prosegue – è quello di far sentire le persone transgender più fiduciose nei confronti delle persone, dei gruppi e delle pagine di cui si possono fidare e di evidenziare possibili interazioni con quelle trans-ostili (quando questo non è già evidente, come quando si parla degli obiettivi comuni LGBT femministi)».

Trovare le risposte è stato semplicissimo. Ora non resta che aspettare la risposta della polizia postale al senatore leghista.