Il 31 marzo si celebra il Transgender Day of Visibility, vale a dire la giornata dedicata alla visibilità delle persone trans. Tra le tante considerazioni che si possono fare sulle discriminazioni ai danni delle persone a cui è dedicata la quarta lettera della sigla LGBT, ce n’è una essenziale: il misgendering, l’atto di etichettare qualcuno con un’identità di genere sbagliata. Si tratta di una regola semplicissima ma che fatica a entrare nella testa delle persone cisgender: le donne trans sono donne, gli uomini trans sono uomini.
Nella mia quotidiana ricerca di notizie a tematica queer, mi imbatto puntualmente nell’articolo del quotidiano locale, da Belluno a Ragusa, ma anche sull’ANSA, che scrive «il trans» per indicare una donna transgender, spesso in circostanze in cui l’identità di genere è del tutto irrilevante.
Se, poi, si parla di una prostituta trans, allora il giornalista del giornale locale della ciociaria o del Fatto Quotidiano pensa bene di sintetizzare con “trans”, cadendo nel lapsus legato allo stereotipo più ricorrente sulle persone MtF (nate di sesso biologico maschile ma che si identificano nel genere femminile). Ebbene sì, non tutte le donne trans sono delle sex worker, soprattutto nel 2020. E se si tratta di FtM (nati di sesso biologico femminile ma che si identificano nel genere maschile), un’entità misteriosa, il panico si percepisce dal contorsionismo sintattico per non esplicitare il genere.
Se dai quotidiani dovessimo passare ai social, quindi al linguaggio della gente comune, dovremmo prima sederci a bere una tisana. Ma non c’è tempo. Voglio raccontarvi due episodi a cui ho assistito nell’ultima settimana, i quali fanno emergere come il misgendering mette in crisi le stesse persone cisgender.
L’uomo etero che guarda le ragazze trans in cam
L’articolo più transfobico che io abbia letto in vita mia è stato pubblicato pochi giorni fa sul sito The Millennials, dunque l’età del redattore non è un’attenuante. Il titolo promette “bene”: «Quel gustoso dettaglio retrattile. Perché agli uomini millennial piacciono i (sic!) trans».
Con estrema disinvoltura e uno stile di scrittura yeah, vengono impastati sapientemente misgendering, transfobia e omofobia, ma anche bi-erasure e stereotipi di genere, il tutto farcito con un’abbondante spolverata di sessismo e feticizzazione delle persone con disforia di genere quanto basta.
Rivolgendosi all’ipotetica moglie o fidanzata che scopre il marito guardare in cam delle ragazze trans, il blogger scrive: «Ci sta che il vostro uomo abbia provato il sesso virtuale con il (sic!) trans. State tranquille! Il vostro uomo non è – del tutto – gay». Chi scrive pensa che le donne trans MtF siano, almeno parzialmente, degli uomini e quindi, oltre a usare il maschile, si interroga sull’orientamento sessuale di chi è attratto da una ragazza con il pene, dando vita a una gradazione di gaiezza. E poi i “confusi” sarebbero gli LGBT.
A questo punto, non si sa con quali competenze in materia, l’autore avanza una “teoria” e si propone di fare un “debunking dello stereotipo”. Peccato che il suo articolo ne è pieno. Ne fa una questione di “uccello”: in poche parole, se ti piace tutto quello che c’è attorno sei etero, se ti piace proprio il pennuto allora sei gay. L’intera persona è ridotta all’organo sessuale e, ovviamente, la bisessualità non viene contemplata, non esiste. Figuriamoci tenere in considerazione il fatto che a un uomo etero possa piacere ricevere una penetrazione.
Lo step successivo è la feticizzazione della donna trans, immaginata chiaramente come quella dei porno. «I trans di oggi, ragazzi, sono dei miracoli di chirurgia estetica, delle macchine bum bum», si legge nell’articolo, che raccomanda le giapponesi, «dei manga di ragazzine con tette enormi, stupende e una verga da far spavento».
Si passa, poi, alla legge dei grandi numeri dell’omosessualità di chi ha rapporti con le donne trans: «Se ti viene la smania di provare l’esperienza, non ci andare in paranoia, non sei per forza gay». Perché diamo per scontato che chi legge sia pure omofobo e che non accetterebbe quindi la propria omosessualità, sebbene non sia questo il caso.
Diciamolo allora chiaramente: se sei un uomo attratto solo dalle donne – siano esse cis o trans – sei etero. Quello che ha tra le gambe può piacerti o meno, puoi scegliere col suo consenso se e come coinvolgere i suoi genitali nell’atto sessuale, ma rimarrai etero perché non è il pene a fare di una donna una persona del tuo stesso genere.
L’articolo di The Millennials si chiude con una bella lista di stereotipi di genere, secondo cui è la grandezza della mano di una persona, il suo modo di camminare o la sua villosità a stabilire l’orientamento sessuale del suo partner, ma anche la pratica sessuale: «Un mio amico dice sempre che: la pelle è la prima cosa. Il sapore, la liscezza. Se al vostro uomo eccita questo, non è gay. Nemmeno se ti vuoi far fare un rocchettone da un travone». Sì, lo ha scritto davvero: bonjour finesse!
L’uomo gay attratto dagli uomini trans
Se l’uomo etero “immaginato” dall’articolista si imparanoia perché ama far sesso con le donne trans, un uomo gay (reale) chiede su un gruppo Facebook LGBT+: «Sono sempre stato attratto dai FtM… Come mi posso definire?».
Ovviamente, anche in questo caso, valgono tutte le considerazioni fatte in merito all’articolo sulle cam girl trans. Non sarà una vagina a fare di un uomo gay, attratto da un ragazzo FtM, un etero o un bisessuale. Se l’attrazione per le persone trans diventa tale in quanto trans, invece, si parla di ceterosessualità. Ma qui il discorso si complica, entrano in gioco diversi argomenti, come il non-binarismo di genere e, nuovamente, la feticizzazione.
Ma è giusto essere attratti dalle persone trans in quanto tali? Sicuramente non si può controllare l’attrazione e non si fa del male a nessuno, dall’altra parte bisogna considerare le persone come tali e non come dei giocattoli sessuali che hanno tutti i pezzi giusti per soddisfare le proprie fantasie. Se, ad esempio, una persona trans si identifica nel genere maschile, difficilmente vorrà essere considerato come una vagina sul corpo di un uomo. Vorrà essere considerato un uomo.
Se ne è discusso sul gruppo Facebook, frequentato da molte persone trans, gran parte delle quali hanno reputato offensivo esternare un’attrazione di questo tipo. «Io mi rendo conto che a qualcuno questa cosa possa pure far piacere – scrive un utente – però io sulla mia carta d’identità ho scritto M non FtM, quindi per quanto io sia totalmente in pace con me stesso, non starei mai con qualcuno che vuole stare con me solo perché sono FtM».
Un altro utente scrive: «Da ragazzo transgender mi dà molto fastidio questa frase. Io sono un ragazzo e se una ragazza o ragazzo mi dicesse sono attratta/o da te perché FtM non vorrei nemmeno parlarci. Quindi smettete di etichettare le persone, io sono un RAGAZZO prima di essere trans e voglio essere rispettato come tale».
Nella giornata della visibilità delle persone transgender, iniziamo (se non lo abbiamo ancora fatto) a vederle come esseri umani, senza la morbosa curiosità di cosa abbiano nella loro biancheria. Le persone trans sono persone, facciamocene una ragione.
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un uomo attratto da una donna cis o trans non è gay. poi chi è trans non operato non può negare i suoi genitali biologici, ognuno può essere attratto o non attratto da chi vuole