Foto: 6000 sardine (Facebook)

Lega e Fratelli d’Italia volevano parlare di Bibbiano, e non viceversa

«Parlateci Di Bibbiano»: lo diceva CasaPound colorando le iniziali con i colori del Partito Democratico, lo affermava il partito di Giorgia Meloni e lo esibiva persino la candidata presidente della Lega Lucia Borgonzoni su una maglietta indossata a Palazzo Madama. Le destre hanno puntato buona parte della propria campagna elettorale sull’inchiesta Angeli e Demoni, riguardante dei (presunti) affidi illeciti di minori, mettendo in moto una macchina del fango che, oltre al primo partito di centrosinistra, aveva il chiaro obiettivo di alimentare l’odio contro le persone LGBT+.

Se la manifestazione delle 6000 sardine a Bibbiano (in foto copertina) aveva dato un primo segnale a chi aveva strumentalizzato la vicenda, all’indomani delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, non ci sono dubbi: fare disinformazione su un caso così delicato e cercare di farlo percepire come un “sistema”, nonostante il Tribunale dei Minori abbia sentenziato il contrario, non è servito. O almeno lo slogan «Non votate il partito di Bibbiano» non è bastato. Oltre a vincere le delicate elezioni, il centrosinistra ha trionfato in quella città su cui Salvini e i suoi alleati avevano speso molte delle proprie energie: a Bibbiano il 56,70% delle preferenze sono andate al candidato di centrosinistra Stefano Bonaccini, con il PD prima lista con oltre il 40%. Alla Borgonzoni è andato solo il 37,43%, mentre la Lega si è fermata sotto al 30%, Fratelli d’Italia non ha raggiunto il 6%, appena sopra il 2% è arrivata la lista civica Progetto Emilia-Romagna (nonostante la bufala sulla bambola trans diffusa da una delle sue candidate) e il Popolo della Famiglia di Adinolfi ha preso 2 (due!) voti. Risultati che mandano un segnale chiaro dalla piccola cittadina ai sovranisti, alla luce della buona affluenza (68,38%): Lega, Fratelli d’Italia e CasaPound volevano parlare di Bibbiano, ma Bibbiano non vuole parlare di loro.

Il PD e il centrosinistra hanno vinto con ampio margine anche a Casalecchio di Reno, il comune in provincia di Bologna che può “vantare” un consigliere comunale leghista dichiaratamente gay. Si tratta di Umberto La Morgia, emerso alle cronache per il coming out a La Verità e per trovate singolari come quella di vestirsi da pinguino in Piazza Maggiore a Bologna per sfidare le Sardine. Nonostante anch’egli, da omosessuale, abbia partecipato attivamente al dibattito sul caso di Bibbiano, esprimendosi contro l’omogenitorialità, nel suo comune Bonaccini ha ottenuto il 62,80% dei voti, mentre la Borgonzoni si è fermata al 32,70% (col suo partito al 21,46%). Ma La Morgia non interpreta questi risultati come una sconfitta, parlando (con un abuso di linguaggio matematico) di «crescita esponenziale della destra» e sottolineando i risultati negativi di M5S e Forza Italia.

Ma quel che è importante per gli emiliano-romagnoli omosessuali, bisessuali e transgender è che grazie al 51,44% dei voti per il centrosinistra in tutta la Regione, la legge contro l’omotransnegatività è salva, così come il governo giallo-verde, che potrà portare avanti l’iter per l’approvazione di una legge nazionale contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

 

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